«Ammesso che il 10 luglio si prenda una decisione, non mi sento di escludere che tenteranno di unire più candidature». Il presidente del Coni Giovanni Malagò (nella foto) arrivando ieri a Palazzo Lombardia per incontrare il sindaco Beppe Sala e il governatore Attilio Fontana sul dossier per la candidatura di Milano alle Olimpiadi invernali del 2026 depositata due giorni fa lascia intendere che i tempi della decisione per il Coni slitteranno molto probabilmente oltre la seduta fissata il 10 luglio e le prossime settimane potrebbero servire al governo per trovare la «soluzione politica» per riunire (almeno) Milano e Torino, anche se sia Sala che la sindaca M5S Chiara Appendino non vogliono mollare sulla città capofila che comunque dovrà essere indicata secondo il regolamento del Cio. Domani il Consiglio dei ministri parlerà del tema e «anticiperà l'eventuale ordine del giorno
per il consiglio del Coni martedì prossimo» puntualizza Malagò. Se si uniscono più sfidanti «non c'è ombra di dubbio che c'è un risparmio di costi» ammette, senza voler anticipare una linea. Dopo circa un'ora di incontro Sala e Fontana ribadiscono che la proposta di Milano «è forte», il sindaco insiste su tre buoni motivi per scegliere il territorio lombardo: «Certamente anche il dossier degli altri concorrenti, Torino e Cortina, sarà ben fatto - premette - ma noi siamo molto compatti politicamente, abbiamo dimostrato con Expo di saper gestire bene gli eventi e in questo momento la reputazione internazionale di Milano è molto forte». Come la collega di Torino Chiara Appendino (che ieri a dichiarato che «un dossier Torino-Milano non esiste, sono chiacchiere, ciascun territorio ha costruito il suo sulla base delle proprie caratteristiche») anche Sala già in mattinata aveva allontanato l'ipotesi, ma senza nascondere di attendersi un tentativo del governo Lega-M5S in questo senso. «Il nostro dossier è ben fatto e nel punto in cui siamo, noi non possiamo che considerare Milano la candidata. Dal punto di vista politico del governo - aggiunge -, mi aspetto però un tentativo di mettere insieme più candidature, ma penso anche che realisticamente poi si vada su una scelta secca». E dopo l'incontro con Malagò ribadisce il punto: «La prima volta che sono andato a Torino ho provato a offrire una sponda ma non è stata raccolta, ora mi pare che siamo andati tutti così avanti che non credo sia possibile un ticket. Ribadiamo che siamo disponibili a trovare una sintesi ma anche oggi Appendino ha negato ogni possibilità». Detto questo «non siamo convinti che si deciderà il 10 luglio, abbiamo capito che tutti i candidati insistono. Si spera che queste settimane non saranno un bisticcio tra città per il bene della sfida italiana». Il Comitato olimpico internazionale il prossimo ottobre a Buenos Aires comunicherà le città mondiali in lizza e a settembre 2019 assegnerà la sede durante la sessione che si terrà proprio a Milano.
Nel dossier viene indicato l'ex scalo Romana come sede per il Villaggio olimpico in città, le case temporanee per i tifosi diventerebbero dopo i Giochi residenze universitarie. «Con la fame di abitazioni a prezzo contenuto che abbiamo sarebbe un'eredità importante» ha spiegato Sala. L'altra eredità potrebbe essere il Palaolimpico per le gare di velocità a Santa Giulia. É intenzione del Comune «andare avanti comunque» sul progetto di un palazzetto da 18mila posti ma «se si aggiungessero i finanziamenti pubblici sarebbe più facile realizzarlo, sarebbero un grande acceleratore». Anche l'area dell'ex Palasharp dove è previsto un impianto per il curling, Giochi o no sembra destinata a rinascere con una vocazione sportiva.
Per l'hockey su ghiaccio verrebbe allestita una tensostruttura al Portello, l'altra metà delle gare al Palalido. Il pattinaggio su ghiaccio al Forum di Assago Il «valore» del dossier ammonta a 1,4 miliardi di euro, 980mila versati dal Cio e 400mila suddivisi tra Comune, Regione e governo.
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