«Io e il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, siamo assolutamente decisi, perché riteniamo che le Olimpiadi siano un evento importante e strategico. Non facciamo certamente pressioni di carattere partitico perché riteniamo di essere i migliori...». Basta crederci e governatore lombardo Attilio Fontana nella candidatura milaneselombarda ai Giochi Invernali 2026 ci crede eccome. E non è il solo perchè Beppe Sala gli fa ottima sponda: «A occhio e croce abbiamo più possibilità di vincere noi che non abbiamo mai organizzato un'olimpiade e che siamo reduci dal successo di Expo- aveva spiegato nei giorni scorsi il sindaco- piuttosto che una città che ha fatto la stessa olimpiade 12 anni fa...».
Il riferimento, senza far nomi è per Torino, che fatica a restare in scia e dove nei giorni scorsi sulla candidatura ha rischiato addirittura di cadere la giunta con tanto di minaccia di dimissioni del sindaco Chiara Appendino che ieri ha incontrato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti a cui ha presentato il dossier che dovrebbe sostenere la corsa della sua città.
E' tutto un viavai di dossier in questi giorni. Da quello inviato da Milano a quello presentato da Cortina-Dolomiti Unesco compilato proprio un paio di giorni fa dal Comitato Strategico che si è riunito a Venezia, nella sede della Giunta regionale e ha spedito il relativo Masterplan sul tavolo de governo. Milano però sembra avanti. E non solo perchè a Torino l'aria è pesante, perchè Cortina organizzerà i mondiali di sci tra 3 anni e perchè l'onda lunga di Expo ancora non si è esaurita. Gioca a suo favore (anche se nessuno ufficialmente lo può ammettere) il malumore del Coni dopo la candidatura sfumata tra le polemiche a Roma con il «no» del sindaco grillino Virginia Raggi che il presidente Giovanni Malagò non ha pwer nulla dimenticato. Ma al di là di tutto c'è poco tempo per decidere. Martedì 10 luglio a Roma in occasione della giunta nazionale il Coni dovrà prendere una decisione, o comunque dare una forte indicazione, su quale città candidare nella corsa per ospitare i Giochi olimpici invernali del 2026. Tra due settimane si saprà molto di più anche se, come ha già fatto sapere Malagò, «sarà il Coni a scegliere ma assieme al Governo». Ciò significa che la proclamazione della città italiana potrebbe slittare di qualche settimana. Il cammino verso la 134esima Sessione del Comitato Olimpico Internazionale di Milano che il 10 settembre 2019 voterà la sede dei 25esimi Giochi della neve e del ghiaccio è dunque ancora lungo. Va tenuto conto che prima della votazione (forse già in ottobre a Buenos Aires) dovrà essere modificata la Carta Olimpica, in particolare per far cadere la clausola che «un paese che ospita una Sessione che assegna le Olimpiadi non può anche candidarsi». C'è poi da tenere conto delle avversarie, per il momento il Canada con Calgary, la Svezia con Stoccolma, il Giappone con Sapporo, l'Austria con Graz e la Turchia con Erzurum. A favore dell'Italia c'è anche il desiderio da parte di una buona parte del Cio di riportare i Giochi invernali nel Vecchio Continente dopo ben tre edizioni tra Nord America e Asia con quella di Sochi 2014 considerata non propriamente «edizione europea». Ciò detto Milano ci crede: «Mai si deve ottenere un successo da un litigio altrui- ha rilanciato ieri Fontana- Però se a Torino non sono decisi noi lo siamo. Questa è l'unica cosa sicura».
Così se da una parte ci sono i ministri cinque stelle del governo che spingono perchè sia Torino, amministrata dal Movimento, a cogliere l'opportunità dall'altra a fare da contrappeso potrebbe esserci quella dei colleghi leghisti: «Non lo so, non ho parlato con nessuno- chiarisce subito il governatore lombardo- Ma noi non facciamo certamente pressioni di carattere partitico, non ne abbiamo bisogno. Facciamo discorsi in modo istituzionale, per cui abbiamo rispettato la procedura: abbiamo presentato un nostro progetto.
Adesso aspettiamo che il governo si esprima» E il governo parlerà presto: «Parlerà chi deve parlare - ha puntualizzato il sottosegretario del Carroccio con delega allo Sport Giancarlo Giorgetti -. A brevissimo vi diremo cosa pensa il governo, anche prima del 10 luglio».
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