Oltre 5mila le cattedre da assegnare. Mancano docenti di spagnolo e tecnica

Se dovessimo stilare una pagella delle materie meno amate, nella lista nera ci sarebbero matematica, spagnolo e le scienze tecniche. La sorpresa è che a bocciarle non sono gli alunni ma i professori. Che proprio non le vogliono insegnare. Nonostante la difficoltà ad avere una cattedra fissa e a scalare le graduatorie, c'è ancora chi arriccia il naso e non ne vuole sapere, rischiando di lasciare gli insegnamenti «ore buche» all'interno del calendario scolastico.

La più snobbata è matematica alle scuole medie: a Milano mancano 207 insegnanti su 1.553 posti disponibili, in Lombardia sono scoperte 519 cattedre. In teoria, spiegano i sindacalisti della Cisl, 31 insegnanti da inserire nelle scuola medie della regione sono stati individuati. Ma non è detto che confermino la propria disponibilità: hanno tempo fino all'11 settembre per declinare la proposta.

Tra le materie meno amate c'è anche lo spagnolo, Cenerentola delle lingue straniere ed alternativa poco richiesta rispetto al gettonatissimo inglese: tra superiori e medie mancano all'appello una cinquantina di prof. Anche le scienze tecniche hanno perso appeal , così come le discipline meccaniche e tecnologiche negli istituti professionali, dove (alle superiori) mancano 13 insegnanti su quasi un centinaio.

La danza dei numeri è in continua evoluzione e purtroppo non cesserà con l'inizio della scuola. Il 14 settembre non tutti i professori apriranno il registro di classe: parecchi rifiuteranno il posto ed il provveditorato dovrà avere il tempo di convocare i supplenti.

La piaga più grave resta quella degli insegnanti di sostegno: all'appello ne mancano 4mila in tutta la Lombardia. L'unica area coperta per intero è quella che riguarda i posti alle scuole superiori di Milano. Per il resto è un'emorragia. Ieri l'ufficio scolastico regionale ha individuato 1.600 potenziali docenti ma su di loro pende un'incognita: accetteranno il posto o no? Ovviamente quelli che provengono da lontano e che già hanno una supplenza in mano, al 90 per cento rifiuteranno il trasferimento.

«Il problema - spiega Luca Volonté, dirigente dell'ufficio scolastico regionale - non è il numero dei posti disponibili per gli insegnanti di sostegno ma solo la copertura di questi. Ora la legge ci consente di aumentare il numero degli insegnanti in base al numero degli alunni». Ma se nessun prof accetta l'incarico si rimane fermi a un palo. Ed ogni anno si fanno i conti con lo stesso identico guaio. L'anno scorso le scuole avevano fatto ricorso ai cosiddetti «corsi sos»: full immertion che in poche settimane davano nozioni base sull'insegnamento di sostegno a prof di altre materie.

«Tuttavia in questo modo - denunciano le famiglie dei disabili - non abbiamo potuto far conto su insegnati in grado di far fronte a tutte le situazioni con professionalità. E soprattutto i nostri figli continuano a cambiare insegnante. Non c'è stabilità, vorremmo avere più garanzie».

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