Cronaca locale

Oltre 60 lavori per rappresentare l'evoluzione della pittura dal romanticismo alla pop-art

Oltre 60 lavori per rappresentare l'evoluzione della pittura dal romanticismo alla pop-art

Arrivano fresche fresche da Parigi al Castello Visconteo di Pavia oltre sessanta tra olii e acquarelli dei principali protagonisti della scena artistica internazionale del XIX e XX secolo. Opere provenienti dalla Collezione della Johannesburg Art Gallery, esposte fino al 19 luglio in una mostra «Da Degas a Picasso», realizzata da ViDi in collaborazione con il Comune di Pavia, il patrocinio del Consolato Generale del Sudafrica di Milano e la consulenza scientifica di Simona Bartolena.

Il percorso dell'esposizione inizia con «Lady Philips», ritratta a 46 anni, da Antonio Manini. Sebbene vissuta in Inghilterra rappresenta una figura di spicco della storia di questa nazione. Moglie del magnate dell'industria mineraria Sir Lionel Phillips (1863-1940). Convinta che la sua città, Johannesburg dovesse avere un suo museo iniziò con il vendere un suo diamante regalatole dal marito per acquistare le prime opere. Ad aiutarla è Hugh Lane, suggerendole alcune acquisizioni, un nucleo che negli anni si è arricchito di nuove acquisizioni importanti. La prima sezione è dedicata alla scena anglosassone per i profondi legami tra l'Inghilterra e il museo Sudafricano: dal periodo Romantico dove spicca un acquarello di «Hammerstein sotto Andernach» (1917) di William Turner fino ai «vittoriani» come «Regina Cordiun» (1860) di Dante Gabriel Rossetti e «La morte del Primogenito» (1858) di Alma-Tadema. Nella seconda sala si possono ammirare lavori dei francesi Courbet come «La scogliera a Etretat» del 1869 e Corot come «Paesaggio» e le celebri ballerine di Degas. A raccontare il passaggio tra Ottocento e Novecento una serie di opere firmate da Signac, «La rochelle» del 1912 e «Barche» del 1922, Toulouse-Lautrec, «Donna con il corsetto» del 1896, Bonnard, «I viali» del 1900 e del 1909, Cèzanne, «I bagnanti» del 1989.

Ma davanti a una particolare Xilografia di Paul Gauguin del 1894-1885 ci si stupisce di come l'artista si fosse staccato dal gruppo per creare nuove forme, nuove ricerche che lo portarono alle sue esperienze nel mondo esotico e poi ancora tanta ammirazione per «Testa di orfano con il cilindro» di Van Gogh del 1881 un'opera particolare dove troviamo un Van Gogh quasi in erba. Stupenda la «Maternità» di Edouard Vuillard del 1896 e «Nudo» di Francois Auguste Rene Rodin. Entrando nelle sale destinate al XX secolo troviamo «Donna con i fiori» del 1949 a «Donna con collana» del 1947 e «Le bagnanti III» del 1920 di Picasso. Tra olii, acquarelli, acqueforti e pastelli e carboncini o matite, troviamo di «Due figure» del 1898-1900, di Edward Munch e «Ritratto di una giovane donna dai capelli rossi» del 1928 di Andrè Derain. Di Modigliani «Ritratto di Madame Van Muyden» del 1925 e di Francis Bacon «Studio per il ritratto di un uomo» del 1969. In questi decenni del Novecento le avanguardie esordiscono anche con Warhol e Lichtenstein, con opere in mostra originali tra le quali anche litografie e serigrafie.

La scena artistica sudafricana chiude il percorso espositivo dedicato al Novecento che offre un'occasione unica e rara per conoscere le opere di Irma Stern, «Mele verdi» del 1916 e «Ritratto di giovane donna Barbara» del 1944, «Musici Bahutu» del 1942, e George Pemba, «Kwa Stemele», un olio su cartone del 1981 e «Mi dispiace signora» un acquarello, matita su carta del 1945.

Sabato, domenica e festivi chiusura alle ore 20, giovedì alle 22.

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