Resta ancora avvolta nel mistero la fine di Oscar Terzi, dipendente di Grandi Stazioni, raccolto agonizzante nei pressi della Centrale. La ricostruzione dei suoi ultimi attimi di vita lascia pensare a una disgrazia: l'uomo, finito il lavoro, esce in cerca del marsupio smarrito nel pomeriggio, cade accidentalmente e batte il capo. Un ricostruzione che però stride con le lesioni riscontrate dai medici: ben cinque fratture sulla scatola cranica, incompatibili con una caduta sola. La procura ha aperto un fascicolo per omicidio e ora attende l'esito dell'autopsia e le analisi delle telecamere in zona per avere risposte certe.
Oscar Terzi, 58 anni, milanese, sposato con due figlie, lavora da trent'anni in stazione Centrale, prima come dirigente di una cooperativa facchini poi presso la società «Grandi Stazioni». Il suo incarico è di sorvegliare gli accessi degli automezzi alle aree interne della Centrale, compito che sabato ha svolto fino alle 22. A quell'ora, terminato il turno, esce piuttosto preoccupato perché non trova più il marsupio all'interno del quale ci sono le chiavi della sua vettura. Verrà raccolto qualche minuto dopo davanti al civico 38 di via Ponte Seveso, 300 metri dal posto di lavoro, in seguito alla segnalazione di un passante.
È ancora vivo, ma privo di sensi e respira a fatica, non ha segni sul viso e sulla testa, a parte un bernoccolo alla nuca. Una ferita, anche piccola, non sarebbe del resto sfuggita perché l'uomo è completamente calvo. Inoltra si sente odore di vino, forse ha bevuto un aperitivo con gli amici. Tutti elementi che fanno pensare alla caduta determinata da un malore o da un leggero stato di ebbrezza. Oscar Terzi arriva al Policlinico senza riprendere conoscenza e morirà alle 17 del giorno dopo. I medici nel frattempo lo avevano sottoposto a una tac, evidenziando appunto quella cinque fratture decisamente incompatibili con la caduta. I sospetti aumentano quando il giorno dopo i famigliari non trovano il suo marsupio tra gli effetti personali. La circostanza verrà chiarita in seguito, quando i colleghi riferiranno alla polizia come Terzi lo avesse perso e poi cercato l'intero pomeriggio. Ritrovato anche il portafoglio che all'inizio sembrava smarrito: dentro soldi e documenti.
Insomma se delitto si tratta, manca il movente, e cioè la rapina, anzi la ricostruzione degli ultimi minuti della vittima, lascerebbe pensare a un malore o una caduta accidentale. Ma rimangono sempre cinque fratture alla scatola cranica che, secondo i medici, ma anche per gli investigatori, sono difficili da spiegare con una caduta. E in ogni caso rimarrebbero lividi o ferite sulla pelle mentre invece, come detto, testa e volto sono intatti. Come se fosse stato colpito con uno strumento di gomma dura, che procura danni devastanti ma non lacerazioni sulla pelle. Dunque restano molti aspetti da chiarire e per questo la Procura ha aperto un fascicolo per omicidio, disponendo l'autopsia per accertare le reali cause del decesso,e se abbia bevuto e quanto.
Omicidio o incidente, giallo in Centrale
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