Se all'inizio era confusione, ora si può parlare di caos. La vicenda della socializzazione in bolletta degli oneri non pagati dai clienti morosi ha scatenato una reazione collettiva, in parte alimentata da notizie imprecise o false. È il caso della campagna partita sui social network e whatsapp, che annuncia un addebito di 35 euro sulla bolletta elettrica di aprile legato al nodo morosità. Cifra campata in aria, ma non priva di fondamento. Visto che proprio l'altro ieri l'Autorità per l'energia ha stimato un impatto sui clienti domestici di circa 2 annui (seppure in relazione al solo debito accumulato dai distributori nei confronti dei venditori). Peraltro con tempistiche più a lungo termine e sulla base di un meccanismo «graduale».
La stessa Codacons è intervenuta ieri per precisare che «si tratta di una bufala a tutti gli effetti». Ma non per questo l'associazione dei consumatori attenua la propria contestazione contro i provvedimenti dell'Autorità annunciando anzi di avere in preparazione un ricorso al Tar contro la delibera che tende a spalmare in bolletta il debito dei distributori. E si è mossa anche Confartigianato, che però si concentra più sui rimborsi ai venditori. «L'Autorità per l'energia ci ripensi. È inaccettabile la decisione di far pagare ai consumatori in regola gli oneri di sistema non riscossi dai clienti morosi. Una scelta iniqua, che deresponsabilizza l'intera filiera energetica e danneggia le dinamiche concorrenziali del mercato» dice Eugenio Massetti, presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia. «I clienti che rispettano i propri obblighi contrattuali dovrebbero accollarsi gli oneri di sistema di chi non paga? Se le società di vendita di energia falliscono non vi è forse anche una responsabilità di chi doveva vigilare? ».
Massetti giudica «incomprensibili le ragioni dell'Autorità, alla quale si chiede di ritirare la consultazione sul meccanismo di riconoscimento degli oneri non riscossi ai venditori e convocare gli operatori del mercato dell'energia. Dopo le agevolazioni agli energivori, non sono accettabili ulteriori balzelli che trasformano le bollette delle piccole imprese in strumenti per fare cassa e compensare inefficienze legislative».
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