Il numero uno di Techint Gianfelice Rocca sarà il presidente di Assolombarda nel quadriennio 2013-2017. A designarlo l'assemblea generale convocata ieri nell'ex Fabbrica aeroplani Caproni di via Mecenate dopo che la commissione dei «saggi» aveva verificato la convergenza su di lui di una larga maggioranza dei 5mila soci. Nato a Milano nel 1948, Rocca guida Techint, leader mondiale nei settori siderurgia, energia e infrastrutture: 25 miliardi di dollari di fatturato nell'ultimo anno e 59mila collaboratori. Dal 2004 al 2012 è stato vice presidente di Confindustria con delega all'Education e prima vice presidente di Assolombarda.
Ad aprire i lavori il presidente uscente Alberto Meomartini che il sindaco Giuliano Pisapia ha esortato a «proseguire il suo impegno a favore di Milano, della Lombardia e del Paese». Dal palco il presidente della Provincia Guido Podestà ha chiesto di ricreare le condizioni per fare impresa. «Se è vero - ha detto - che la parola d'ordine è semplificare, mi chiedo come sia possibile con una pressione fiscale del 68% e poco meno di 300 nuove norme fiscali varate negli ultimi 5 anni». Mentre il governatore Roberto Maroni ha approfittato della presenza del ministro del Lavoro Enrico Giovannini per chiedergli «quanti soldi ci darà per la cassa integrazione in deroga e nel giro di pochi giorni la Regione sarà in grado di anticiparli». Poi l'attesa prima relazione di Rocca dal titolo significativo: «Va spezzata la spirale della sfiducia». Il dito puntato sulle 26mila imprese artigiane e oltre 10mila piccole imprese non artigiane che tra manifattura e servizi hanno chiuso in Italia da inizio 2012 a marzo 2013. «Soffocate da fisco, ritardi di pagamento e burocrazia». Mentre «dal 2008 al 2012 la spesa pubblica corrente al netto degli interessi ha continuato a salire, da 451 a 474 miliardi». Poi la considerazione che 15 anni fa Milano era al nono posto nella classifica di attrazione di imprese multinazionali e Monaco all'undicesimo, «ma oggi le posizioni si sono invertite. Monaco ha sviluppato una strategia metropolitana estesa a tutta la Baviera, ma noi vogliamo recuperare: Milano e la Lombardia hanno dimensioni analoghe a Monaco e alla Baviera, abbiamo le caratteristiche per competere». E le cifre parlano del 40% delle multinazionali presenti nel Paese con il 10% del Pil.
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