Ora il centrodestra è al 57% in Lombardia E Sala è «accerchiato»

Il sindaco: «Bene il Pd ma da solo non basta, Salvini vero vincitore. M5s paga il non fare»

Il Pd con il 35,9% dei voti si conferma primo partito a Milano e fa tirare un sospiro di sollievo (almeno per ora) a Beppe Sala che sapeva bene quando l'esito della tornata per le Europee valesse anche come tagliando alla sua giunta. Ma la Lega guadagna dieci punti in un anno, è passata dal 17% delle Politiche 2018 al 27,3. E insieme Carroccio, Forza Italia (che sotto la Madonnina col 10,2% è ancora a doppia cifra) e Fdi (5,15%) sono già intorno al 43 per cento. E mancano ancora due anni al voto per le Comunali. In più la giunta Sala risulta sempre più «accerchiata». Se si guarda al voto nella provincia i rapporti di forza si invertono, con la Lega primo partito al 34,1% e il Pd dietro, al 29%. Se si allarga lo sguardo alla percentuale del voto su tutta la Lombardia, il Carroccio vola al 43% e i dem sono venti punti sotto (23,08%). Il centrodestra unito è oltre il 57%. Anche un politico scafato come l'assessore Pd Pierfrancesco Majorino, che lascerà Palazzo Marino per volare a Strasburgo, festeggia ma ammette: «A Milano abbiamo vinto noi le elezioni ma il centrodestra qui è sempre fortissimo. Nel 2016 abbiamo vinto di poco e nel 2018 anche. Quest'anno abbiamo aumentato il distacco a nostro favore ma ci sarà equilibrio e la partita sarà apertissima. Nessuno è così pazzo da negarlo».

Anche il sindaco ieri si è detto «molto soddisfatto per il risultato a Milano, da mesi dico basta con la retorica sulle periferie come se fossero posti infami e la sinistra fosse forte solo in centro. Ho sempre detto, non demonizziamo Salvini, cerchiamo di batterlo sui risultati e penso che la gente stia vedendo il nostro lavoro in città». Poi a chi gli fa notare che Milano sembra ormai un'enclave in una regione sempre più di centrodestra riconosce che «c'è un solo grande vincitore di queste elezioni ed è Salvini. Io sono contento per il risultato del Pd e credo che il segretario Zingaretti abbia fatto tutto il possibile, non ho nessuna riserva, ma il Pd da solo non basta, serviranno nuove forze. Il vincitore vero è Salvini, buona notizia per lui, ma sarà anche una fonte di potenziali problemi: tutta questa fiducia dovrà costringerlo a prendere una posizione non più ambigua su temi come la Tav, la gestione dei rapporti con l'Ue e della prossima Finanziaria, sarà la prova della verità. Magari ci stupisce e dimostra di essere bravo in tutto e non solo in una parte del lavoro che ha fatto oggi».

Escono con le ossa rotte i 5 Stelle. A Milano sono precipitati all'8,53%. «Al nord non funzionano - commenta Sala -, è una realtà che chiede più il fare che il non fare. A Milano sono andati oggettivamente male ma dovrebbero riflettere. Possono anche gioire per il vincolo su Piazza d'Armi», la procedura di tutela che ha aperto giorni fa un nuovo scontro tra la giunta e il ministro ai Beni culturali Alberto Bonisoli, «ma i milanesi non la vedono come loro. Bene tutelare il verde e rispettare le regole, ma blocchi e vincoli allo sviluppo non appartengono alla cultura milanese».

E

il gruppo M5s Lombardia in un post su Facebook ha ammesso ieri che «non è un giorno facile. Il risultato di queste elezioni ci impone si essere autocritici. Con molta umiltà, ripartiamo dall'ascolto del territorio».

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