Leggi il settimanale

«Ora Mauro e Albertini tornino nel Pdl»

«Ora Mauro e Albertini tornino nel Pdl»

Il giorno della vittoria, si guarda al futuro, alle alleanze di giunta. Ma anche al passato, a ciò che si è perso per strada e che potrebbe essere recuperato. E così Mario Mantovani, appena eletto consigliere regionale e rieletto senatore (dovrà optare tra le due assemblee), guarda agli europarlamentari lombardi che hanno abbandonato il partito per tentare un'altra strada. «Albertini, Mauro, tornate a casa» dice il coordinatore regionale del Pdl.
È un appello ai montiani della Lombardia perché ci ripensino?
«È un messaggio. Hanno voluto fare questo tentativo di fare a meno del Pdl, si sono resi conto di aver ottenuto un risultato deludente. Milano e la Lombardia non hanno accolto il loro messaggio».
Come si spiega questo rifiuto?
«Credo debbano lavorare con noi per ricostruire il centrodestra. L'Italia è da bipolarismo, loro hanno sperimentato sulla propria pelle che essere di centro non paga. Durante la campagna elettorale la gente si infastidiva a sapere che c'erano diciotto partiti...».
Ce l'ha con le piccole liste perché rubano voti ai partiti grandi?
«Dovremmo essere come in America, votare conservatore o laburista. Altrimenti avremo sempre voti disgiunti e giochi di palazzo. Riflettano coloro che hanno pensato a una via di solitudine. Lo stesso Monti dovrebbe riflettere: è un senatore a vita e forse ha avuto un premio che secondo il popolo non ha meritato».
Il ritorno a casa dei montiani vale anche in Regione?
«In Regione potremmo fare tesoro della loro esperienza e portare avanti insieme il loro programma, che è molto simile al nostro».
Come valuta il risultato della Lega in Lombardia?
«La discesa della Lega fa capire che la Lombardia è fatta di elettori moderati. Attenzione: moderati, ma modernizzatori. Vogliamo modernizzare per rinnovare il Paese».
Quali criteri per scegliere i futuri assessori?
«Troveremo criteri comuni che non abbiamo ancora indicato. Ci vorranno persone di grande preparazione e competenza che proseguano e migliorino il buongoverno già sperimentato in Lombardia».
Il Pdl quanto peserà nella composizione della giunta?
«La democrazia non è un optional. I numeri fanno molto, dovranno tenere conto che il Pdl ha ottenuto un risultato migliore della Lega».
E la lista Maroni? I voti non sono da sommare a quelli della Lega?
«Direi in parte. Maroni ha fatto bene a volere questa lista, perché ha consentito a molte persone che non si ritrovavano nei partiti di trovare un'alternativa. In parte potrebbero essere voti di scontenti della Lega. Ma anche voti della società civile che fa fatica a riconoscersi nei partiti».
Si è parlato di lei come vicepresidente della giunta. Allora lascerà il Senato?
«Sentirò il presidente Berlusconi e decideremo insieme. Sono un soldato a disposizione».
Quali ruoli ritiene più adatti a esponenti del Pdl?
«Sicuramente la presidenza del consiglio, che rappresenta l'espressione democratica di tutto il popolo lombardo».
E gli assessorati? Ci sono competenze che il Popolo della libertà si ritiene particolarmente adeguato a gestire?
«Queste questioni saranno oggetto di dibattito. Ci sarà tempo per decidere.

È importante che ogni persona giusta sia al posto giusto».
Un criterio per scegliere gli assessori può essere guardare ai consiglieri più votati?
«No, non ci sono criteri. Direi che la competenza e il merito sono i criteri migliori».

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica