Ora a Porta Vittoria arrivano gli americani: allora niente gara

Dal fondo York 320 milioni che soddisfano i creditori e residenti: l'area sarà sistemata

Ora a Porta Vittoria arrivano gli americani: allora niente gara

Una svolta in «zona Cesarini», destinata a sbloccare la più ingombrante delle grane urbanistiche aperte a Milano. L'asta prevista per oggi per cercare un acquirente all'area di Porta Vittoria, la vasta distesa tra viale Umbria e viale Molise lascito del fallimento di Danilo Coppola, non si terrà. Motivo: l'entrata in scena di un fondo di investimento americano, che ha comunicato ufficialmente la sua disponibilità a rilevare i beni e i debiti dell'immobiliarista romano. La richiesta di concordato fallimentare, che sostanzialmente azzera la procedura, è già stata depositata e se raccoglierà il consenso della maggioranza dei creditori diventerà operativa.

Il Fondo York ha messo sul tavolo abbastanza quattrini da soddisfare tutti i creditori di Coppola (banche, soprattutto, e fornitori) che avanzano pretese per oltre 320 milioni. Per i curatori fallimentari è un affarone, se si pensa che il primo tentativo di vendere all'asta i terreni e gli stabili già quasi ultimati (un albergo e centocinquanta appartamenti) era fallito in dicembre per mancanza di acquirenti, e che non sembrava migliore la sorte della nuova asta, che offriva l'intero pacchetto con uno sconto di quasi il 20 per cento. Ma l'entrata in scena del Fondo York è una buona notizia anche per gli abitanti della zona, che possono sperare di vedere sanata la grande cicatrice dell'area abbandonata; e così pure per il Comune di Milano, visto che il fondo americano dovrebbe ereditare anche gli impegni che Coppola si era assunto nei suoi confronti, ovvero la bonifica dell'area verde e la realizzazione di un parco e di un centro sportivo.

Ci sono ancora diversi scogli, a partire dalle aspre contese aperte tra il vecchio proprietario dell'area, ovvero Coppola, e i suoi creditori, con in testa il BancoBpm. La sentenza che nel febbraio scorso aveva condannato Coppola a sette anni di carcere per bancarotta fraudolenta aveva individuato anche possibili responsabilità (come da sempre sostiene l'immobiliarista romano) negli istituti di credito che ne avevano prima finanziato e poi condizionato l'ascesa, e aveva trasmesso gli atti alla Procura perché indaghi sull'ex amministratore delegato di Banco Popolare, Pier Francesco Saviotti, e sei tra legali e advisor. Le motivazioni non sono ancora state depositate ma la Procura ha già iscritto alcuni nomi nel registro degli indagati.

Lo scontro tra Coppola e le banche si riverbera ora sul futuro dell'area: BancoBpm sponsorizza l'ingresso in scena degli americani del Fondo York, mentre Coppola farebbe il tifo per un altro fondo di investimento, l'Algebris del renziano Davide Serra. E proprio da Algebris potrebbe venire l'opposizione depositata ieri alla sezione fallimentare del tribunale contro il concordato fallimentare targato Usa.

Situazione, come si vede, ancora intricata. Ma dopo anni in cui il caso Porta Vittoria appariva un pasticcio inestricabile, ora finalmente qualcosa sembra muoversi.

Anche se rimane da chiedersi come mai anche adesso la partita sia giocata solo dal mondo della finanza, mentre i grandi immobiliaristi presenti sulla scena milanese - da Manfredi Catella a Davide Bizzi - continuino a stare alla larga da un'area apparentemente appetibile.

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