Cronaca locale

Ora studenti dalla Cina a casa Fontana: «Avevamo ragione»

Il governo ci ripensa e ascolta la richiesta del Nord E Sala in visita al quartiere: «Per me misura eccessiva»

Colazione coi cittadini al Centro culturale cinese di via Sarpi e passeggiata con il console generale della Repubblica popolare cinese, Song Xuefeng, fino alla ravioleria di moda nella Chinatown milanese, per farsi confezionare due vaschette e assaggiare sul posto la specialità. Anche il sindaco Beppe Sala è andato ieri a portare sostegno alla comunità che sta subendo gli effetti del coronavirus. Per incoraggiare i clienti a frequentare come al solito la zona anche il governatore Attilio Fontana era stato lì venerdì, ieri sera le «Sardine» milanesi hanno invitato su Facebook i sostenitori a invadere i locali della zona. «La nostra comunità è planetaria, questo ci insegna il coronavirus - dichiara Sala -. Quello che succede si riverbera anche sulle città e sui quartieri e non si può rifiutare questa realtà, o finiamo per credere in falsi sogni autarchici. La politica deve governare la realtà, non sfuggire o girarsi dall'altra parte. Quando c'è stato il terremoto ad Amatrice ho chiamato la comunità cinese a Milano e in breve tempo hanno portato un assegno di 80mila euro, non era dovuto ma essere parte di una comunità vuol dire esserlo davvero, anche nelle difficoltà». Sala auspica che il governo possa riaprire prima di aprile i collegamenti aerei da e verso la Cina, «capisco la decisione di chiudere i voli ma mi auguro si possa anticipare». Al Centro culturale anche il presidente onorario della Camera della Moda Mario Boselli ricorda che «i cinesi sono fondamentali per noi, oltre il 30% del sistema moda va in Cina e i compratori cinesi sono la prima categoria per acquisti». Coi buyer bloccati in Cina le sfilate di Milano Donna a fine mese saranno trasmesse anche in streaming. Il sindaco ieri mattina ha giudicato ancora «una richiesta eccessiva» quella inviata giorni fa al governo dai governatori leghisti delle Regioni del Nord - Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino - per chiedere di applicare la quarantena per gli studenti che rientrano dalla Cina. Ma qualche ora dopo dal Ministero della Salute è arrivato un «aggiornamento» della circolare del primo febbraio che conteneva «Indicazioni per la gestione degli studenti e dei docenti di ritorno o in partenza verso aree affette della Cina». Ora il governo ha deciso che «gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado che sono tornati dalla Cina e che scelgono di restare a casa per un periodo di 14 giorni saranno considerati assenti giustificati». Fontana apprezza e sottolinea che «il buonsenso auspicato da me e dai colleghi governatori ha avuto il sopravvento. Ringrazio il ministro Roberto Speranza per aver ascoltato le istanze del territorio non lasciandosi condizionare da quei sepolcri imbiancati che hanno voluto strumentalizzare la nostra richiesta, mossa dall'unico obiettivo di garantire la massima tutela e precauzione possibile per la salute e incolumità dei nostri bambini e ragazzi». A tutti quelli che «anche pretestuosamente hanno contestato il contenuto della nostra lettera al ministro sostenendo le richieste eccessive replico che fortunatamente ha prevalso la nostra linea secondo cui la prudenza non è mai troppa». Fontana confida dunque «nel senso di responsabilità di tutti i cittadini, di ogni nazionalità ed età, che rientrano da zone affette della Cina affinché, anche in assenza di obbligo, scelgano di autoisolarsi prima di frequentare nuovamente le comunità». E l'assessore al Welfare Giulio Gallera assicura che sono già state «allertate le Ats e Asst lombarde affinché provvedano a mettere in pratica gli adempimenti necessari per la sorveglianza attiva degli studenti di ogni ordine e grado che rientrano dalla Cina» come previsto dalla circolare ministeriale.

ChiCa

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