Giulio Gallera, capo delegazione di Forza Italia in Regione, il percorso individuato dal movimento sembra venire incontro alle vostre richieste.
«Assolutamente sì, siamo molto contenti. Prima di tutto Berlusconi conferma di essere un grande leader: ha capito che c'era da parte della base una forte spinta al cambiamento delle regole».
Lei ha annunciato che sarebbe andato con Toti il 6 luglio a Roma. Ora Toti è uno dei due coordinatori con Carfagna.
«Hanno la responsabilità di costruire le regole su cui poggerà la rigenerazione di Forza Italia. Io sono molto orgoglioso dell'iniziativa di 5 consiglieri del nostro gruppo, il più nutrito d'Italia, che hanno voluto dare un segnale, sempre dentro il partito. Abbiamo voluto far sentire la nostra voce e abbiamo avuto coraggio».
Forse adesso all'evento del 6 ci sarà il simbolo di Fi.
«Quello del 6 luglio è un grande evento di Forza Italia, della Fi che vuole cambiare. Il 29 facciamo in piccolo quello che farà Toti il 6. Il 6 sarei andato comunqque con la bandierina di Fi al bavero, quella che normalmente non porto perché assessore. Sarei andato con questo spirito».
E ora si apre una fase costituente? È questo?
«Sì, festeggiamo l'inizio di un percorso. Il problema non è sostituire qualcuno. Quello che ha in testa Toti, con cui ho parlato ieri (mercoledì, ndr), ma anche gli altri, è arrivare a un assetto diverso, con un partito contendibile. A primarie o a congressi con un tesseramento molto leggero».
È la piattaforma del 29.
«Non sarà una passerella di big ma l'occasione far sentire la voce della base. Lo diremo a Toti, lo diranno loro, aspettiamo la Carfagna, spero ci sia. E spero che ci sia Salini, che sui contenuti dice le nostre stesse cose, spero ci siano Mariastella Gelmini e Tajani».
Ora i tempi quali sono?
«I prossimi tre mesi saranno dedicati a questo lavoro, costruire regole che consentano una rigenerazione, con coordinatori eletti col metodo delle primarie o e un tesseramento agilissimo. Questa fase si può chiudere entro l'anno, per arrivare a febbraio-marzo con un partito più forte».
In quale spazio politico?
«C'è uno spazio che va riempito, un'area liberale riformista che si occupi di imprese, lavoro, sussidiarietà, di sburocratizzazione, sanità d'eccellenza, di una autonomia forte che dia strumenti di sviluppo al sud ma ponga fine all'assistenzialismo».
Quale rapporto con la Lega?
«Queste cose a Milano e in Lombardia le conosciamo bene, sono ricette in cui la Lega ha avuto un ruolo ma al traino di questi valori.
A livello nazionale, accanto alla decrescita dei 5 Stelle, la Lega si caratterizza su sicurezza e immigrazione ma su questi temi non stanno dando una spinta. I cittadini vogliono il centrodestra, che tiene tutto, un'alleanza virtuosa con Fi non subalterna».
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