Frutta abbandonata sotto il sole. Un milione di euro di danni che non si sa chi pagherà. Accuse di ogni genere tra le parti e uno degli sport preferiti in Italia: lo scaricabarile. Sono gli elementi del momento quantomai nero dell'Ortomercato. Il 19 giugno doveva partire una nuova fase con il servizio di facchinaggio affidato a una sola cooperativa invece che a decine e, invece, la struttura vive un limbo di rimandi di responsabilità e procedure burocratiche in cui nessuno è responsabile di niente. E intanto si preparano le cause per il tribunale.
Il tentativo di cambiare l'organizzazione interna si è risolto in una caporetto che ha portato a marcire quintalate di frutta e verdura. Ma se si prova a chiedere in giro, bisogna sempre rivolgersi a qualcun altro. Ieri la cooperativa protagonista del fiasco del 19 giugno ha depositato la sua relazione. Simile a quella presentata di fronte alla commissione commercio comunale: in quella sede Ageas si è difesa dicendo che sono stati gli altri, camionisti e grossisti in testa, a non permetterle di effettuare un buon servizio. Solo uno degli scaricabarile.
Ma al di là di questo il punto è un altro secondo i grossisti: la riorganizzazione all'insegna della legalità va benissimo, ma prima bisognava sistemare le strutture. Tentare di modificare la situazione formale non serve a nulla, se l'impianto fisico dell'ortomercato è lo stesso di prima. In qualunque modo si concluderà l'istruttoria aperta dopo il fiasco del 19, sembra proprio destinata a ripetersi la stessa scena: file di camion in mezzo alla strada, merce abbandonata al sole e amenità varie. E da quella esperienza sta arrivando anche una causa: «I nostri legali si stanno preparando - avverte Fausto Vasta, presidente dei grossisti ortofrutticoli - perchè noi abbiamo subito danni per un milione e quando qualcuno rompe poi paga». «Dovrebbero chiederli ad Ageas - replica Stefano Zani, direttore generale di Sogemi - non a noi». Altro scaricabarile.
Intanto l'istruttoria di Sogemi procede e prima della prossima settimana non si esprimerà. Però visto il nodo delle strutture non si capisce come potrebbe concedere un secondo tentativo ad Ageas. Sulla questione poi la società rimanda all'azionista: il Comune. Palazzo Marino però pare volersi tener fuori dalla questione: nella commissione covocata in settimana l'assessore al Commercio Franco D'Alfonso ha dichiarato che l'azionista, cioè il Comune, non ha nulla a che vedere con il fiasco del 19. Semmai chiedete a Sogemi. Altro scaricabarile .
Nel frattempo Sogemi tenta di rafforzarsi reclutando un ex magistrato, Alba Chiavassa, nel suo organismo di vigilanza. Una foglia di fico, per quanto positiva, sui problemi organizzativi dell'ortomercato.
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