In ospedale per abortire: muore a 38 anni sotto i ferri

«Mi hanno chiamato all'improvviso, dicendomi che mia moglie stava male. Sono corso in ospedale, ma quando sono arrivato era già morta. Come può succedere per una interruzione di gravidanza?».
Pietro G., 46 anni, ha la voce fioca e incolore di chi non riesce ancora a realizzare quel che gli è accaduto. Milanese, 46 anni, titolare di una carrozzeria, ieri mattina ha portato la moglie all'ospedale Niguarda per un'interruzione di gravidanza. La donna, una cuoca di origine brasiliana che aveva sposato 10 anni fa, era in perfetta salute. «Per noi sarebbe stato il primo figlio e l'avremmo tenuto più che volentieri - spiega l'uomo al telefono, mentre sta per sporgere denuncia in commissariato -. Tuttavia, dopo averci pensato e ripensato, abbiamo stabilito che non era il caso. Lei doveva mantenere già una figlia avuta da una precedente relazione e che studia in Brasile. La mia attività, poi, al momento, è molto in crisi. Potevamo contare davvero solo sullo stipendio di mia moglie, che lavorava in un ristorante! Così, seppur soffrendo, abbia preso la decisione di non avere il bambino».
«Stamattina (ieri per chi legge, ndr) l'ho condotta in ospedale alle 7 - conclude l'uomo -.

Ho atteso che la portassero in sala operatoria, poi in tarda mattinata mi sono allontanato momentaneamente. Mi hanno chiamato per dirmi che stava male, ma quando sono tornato al Niguarda era già cadavere. Com'è possibile? Non so cosa pensare...Ma voglio giustizia. Il mio legale, l'avvocato torinese Di Leo, mi assisterà».

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