Milano corre, lavora e non si perde nei riti nel potere e dei salotti. È per questo che piace a Giuseppe Cruciani, giornalista, conduttore radiofonico della fenomenale «Zanzara» su Radio 24, con piglio anarchico e anticonformista.
Cruciani, lei è romano ma ha fatto quasi una dichiarazione d'amore per Milano.
«Una dichiarazione d'amore, certo. Per ragioni familiari anche, da quasi 15 anni è la mia città. Ma non solo. Quando vado a Roma devo scappare, quel concentrato di romanità nella politica, nel potere, mi opprime. Milano non ti dà un timbro, come ogni altra città europea».
Ma la vede più bella di 15 anni fa?
«Mi pare che la politica cambi poco nella vita quotidiana, non ho visto grandi cambiamenti. Ho visto cambiare le abitudini della gente con Area C».
In positivo?
«Sì, secondo me un sindaco, come metodo di lavoro, deve fare il contrario di ciò che chiedono i commercianti. Bravissimi, intendiamoci, ma abituati a guardare al breve periodo».
Si dovrebbe allargare l'area a pagamento per le auto?
«Nelle grandi città si fa così. Milano sconta il fatto che il mezzo pubblico resta lo stesso. Sì qualcosa è cambiato, con i tempi dell'Italia, qualche linea del metrò. Ma è incomprensibile che tutta la città non sia coperta dal metrò. Grida vendetta che Linate non sia ancora collegata. Nemmeno per Expo ce l'hanno fatta».
Expo le è piaciuta?
«Ho portato tre volte mia figlia a vederlo. È una fiera del cibo, abbastanza inutile, ma i padiglioni sono belli, ci sono i Paesi e per le scuole è interessante. Detto questo, non mi pare una cosa di grandissimo spessore».
Il sindaco Giuliano Pisapia ha deciso di non ricandidarsi.
«Se non si ricandida è l'ammissione di un fallimento. Siccome non bastano 5 anni per fare le cose, un sindaco ha il dovere di ripresentarsi. Se te ne vai è una specie di resa. E un danno per la città. Si deve ricominciare tutto daccapo».
Che idea si è fatto di questa vicenda?
«Non credo che Pisapia sia stato la rovina di Milano. Può aver fatto qualcosa più o meno bene. Certo la sua giunta è abbastanza modesta».
Ma è stato Matteo Renzi a volere Milano per il Pd?
«Sarebbe grave se Renzi volesse mettere bocca nelle cose di Milano. Ma io non credo. Secondo me a Pisapia non piaceva questo mestiere».
I successori? Pierfrancesco Majorino? Stefano Boeri ha già perso...
«Non mi pare che Majorino abbia la caratura per guidare Milano. Boeri può anche ripresentarsi. Ma non so se vuole, non mi pare un trascinatore».
Dall'altra parte? Paolo Del Debbio?
«Sarebbe perfetto. E vincerebbe al primo turno. Lo voterebbero elettori di centrodestra e centrosinistra. Il problema è che a fare il sindaco si guadagna troppo poco».
Matteo Salvini sembra poco convinto.
«Ecco, secondo me sbaglia. Io penso che se passasse da una vittoria a Milano potrebbe anche sfidare Renzi. Deve fare una prova a Milano, non deve avere paura, è un ruolo nazionale».
Le piace l'idea di avere una moschea vicina?
«Non è un obbligo farla. Penso che sia un modo per installarsi in un territorio, per muovere soldi neanche troppo trasparente. Secondo me non si può dire sempre sì. E c'è anche un problema di reciprocità».
Come vede questa immigrazione? Le piace via Padova?
«No, non mi piacciono i ghetti, anche se ci sono in tutte le città».
E i migranti in stazione centrale?
«Io sono per la scuola australiana. No way».
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