Un'interminabile serie di litigi, ieri l'ultimo atto al chiuso delle mura famigliari. Gianluca Colleoni, 48 anni, - tossicodipendente e alcolista con un matrimonio alle spalle e un figlio - chiede soldi a papà Mario Quirino, 72 anni ben portati e ormai esaurito da quelle assillanti «necessità». Lo sperpero di denaro sembra sia stata la colonna sonora di una vita e ieri l'anziano non ce l'ha fatta più. Pare che siano volate parole grosse fino alla degenerazione. Mani addosso e tanta, tanta rabbia in corpo. Finché papà ha preso un attrezzo da cucina - un pestacarne o forse uno schiacciapatate - e si è accanito su quel figlio con il quale formalmente lavorava nella sua piccola agenzia di commercio. Fuori di sé, Mario Quirino non ha smesso di colpire Gianluca che all'improvviso è caduto a terra. Esanime. Nell'appartamento di via Modigliani 10 dove i due vivevano a Muggiò, in un complesso di residenze a schiera, è calato il gelo. Erano le 11.30 di una domenica mattina come tante. Mario Quirino Colleoni ha alzato il telefono e ha chiamato i carabinieri pronunciando poche e laconiche parole.
«Venite, ho ucciso mio figlio». Poco dopo, attorno ai suoi polsi, sono scattate le manette e l'accusa di omicidio come reo confesso. La tragedia di un figlio con dipendenze da droga e alcol finiva nell'istante in cui ne iniziava un'altra.
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