«Ridatele il bimbo». A nessun figlio minore, «nemmeno nel caso di Annamaria Franzoni», la mamma di Cogne, «è stato riservato un trattamento simile, ovvero discriminatorio e privativo del diritto alla propria identità personale e familiare». L'avvocata Laura Cossar, legale di Martina Levato, condannata a 20 anni di carcere, ha usato parole forti nel ricorso depositato in Cassazione lo scorso marzo per chiedere di dichiarare illegittima la sentenza con cui a marzo la Corte d'appello di Milano ha confermato l'adottabilità del piccolo nato nell'agosto 2015 dalla Levato e Alexander Boettcher, la «coppia dell'acido». Contro quella sentenza hanno presentato ricorso prima i nonni paterni, con un atto notificato il 5 aprile in Cassazione in cui ritengono tra l'altro «non provato lo stato di abbandono materiale e morale del minore» (che ad agosto compirà due anni), e successivamente, con controricorso e ricorso incidentale, ha impugnato la stessa sentenza Martina Levato, che ha contestato fra l'altro «l'illegittimo omesso esame delle proprie capacità genitoriali». E una decina di giorni fa la giunta comunale, che ha formalmente in affidamento il piccolo, ha votato la proposizione di controricorso in Cassazione per resistere ai ricorsi dei genitori di Boettcher e della Levato.
«Il direttore dell'Area territorialità - è scritto in delibera - in data 7 aprile 2017, esaminati gli atti d'ufficio, ha chiesto all'Avvocatura comunale che venga disposta la costituzione in giudizio del Comune a difesa dei provvedimenti assunti» dalla Corte d'appello.ChiCa
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