«Palco al Franco Parenti per un vero festival jazz»

La regista Shammah lancia il progetto per una rassegna che porti a Milano le star internazionali. Domenica prima tappa del cartellone curato da Gianni Gualberto

Fedele Confalonieri, Andrée Ruth Shammah, Gianni Gualberto Morelenbaum. Attorno a questi tre nomi potrebbe giocarsi, nel prossimo futuro, il ritorno del grande jazz a Milano. Un sodalizio, quello che si è ufficializzato in questi giorni, che ha tutte le carte in regola per dare vita ad un grande festival internazionale sul «mainstream» musicale assente da decenni in una città come Milano che pure vanta una ricca tradizione e un pubblico appassionato. Confalonieri e Gualberto rappresentano una garanzia in quanto ideatore e direttore artistico del successo trentennale di Aperitivo in Concerto , il matinée concertistico del Manzoni. La regista Shammah, inesauribile vulcano di idee e cultrice appassionata anche di musica, metterebbe a disposizione del progetto il teatro più attivo e versatile della città, quel Franco Parenti che, per Expo, avrà pronta anche l'area dell'attigua piscina Caimi. L'antipasto del sogno è già una realtà che debutta domenica per cinque matinée proprio nella sala grande del Pierlombardo. Sarà il pianista newyorkese Kenny Werner , icona del jazz moderno avendo contribuito al fianco dei più importanti musicisti di fine secolo, ad inaugurare la rassegna «Jazz al Parenti». Tre personaggi del mondo della cultura provenienti da realtà private sono pronti a scendere in campo per colmare un vuoto pubblico che potrebbe diventare assordante durante il periodo di Expo, quando Milano sarà una vetrina per tutti i Paesi del mondo. «Milano, che vanta un'offerta sovrabbondante per la musica classica, è decisamente deficitaria sul jazz» dice Gualberto che, durante la sua lunga esperienza al Manzoni, ha portato a Milano i più grandi artisti del panorama mondiale. «Un festival milanese del jazz che ogni anno ospiti solisti ed ensemble dell'olimpo musicale attirerebbe pubblico da tutto il nord Italia e non solo - aggiunge la Shammah - e sarebbe bello che, in barba ai tagli, potesse autofinanziarsi». Il primo test, dicevamo, sarà domenica con il concerto che battezza il cartellone messo a punto da Gualberto. Dopo Werner, appuntamento a domenica 22 marzo con il quartetto del chitarrista Peter Bernstein .

La minirassegna, che prosegue idealmente la collaborazione con Aperitivo in Concerto , porterà in scena altri grandi esponenti del jazz internazionale. Uno su tutti il pianista Steve Kuhn (4 maggio), già al fianco di John Coltrane e al centro dell'interesse dei più importanti esponenti della New Thing degli anni '60. In cartellone figurano poi il sassofonista Lew Tabackin e il sassofonista Logan Richardson (26 aprile), protagonista di un gruppo come Next Collective, recentemente acclamato dalla critica come dal pubblico internazionale.

Con loro, sul palcoscenico, sfileranno quindi formazioni in grado di offrire un quadro ricco e stimolante della musica improvvisata dei nostri giorni: virtuosi della batteria come Ari Hoenig, Gregory Hutchinson, Tommy Crane e Billy Drummond, contrabbassisti come il leggendario Buster Williams e il già acclamato Omer Avital, l'organista Sam Yahel, il pianista Tony Tixier.

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