Al palo il sogno della nuova metrotranvia di Limbiate

Al palo il sogno della nuova metrotranvia di Limbiate

Non c'è nulla di peggio di una promessa disattesa. Lo sanno bene i pendolari che ogni giorno utilizzano la metrotranvia Limbiate-Milano. E che hanno sperato in un restyling della tratta. Il progetto di ristrutturazione aveva persino vinto il bando del ministero delle Infrastrutture aggiudicandosi un finanziamento di 60 milioni di euro dal governo. Anche gli enti locali, spesso con parecchi sforzi, avevano fatto la loro parte, mettendo sul piatto un contributo di 40 milioni di euro.
Ecco, adesso del restyling programmato dalla Provincia di Milano non se ne fa più nulla. A cancellare i lavori è un «comma» della legge si stabilità che revoca tutti gli interventi relativi alle opere metropolitane «che non siano stati affidati con apposito bando di gara alla data di entrata in vigore della legge». L'assessore provinciale alla Viabilità Giovanni De Nicola monta su tutte le furie. «Il maxi emendamento alla legge di stabilità approvato dal Senato - si infuoca - ci conferma l'esistenza di una volontà politica tesa a spostare nel tempo la realizzazione delle metrotranvie Milano, Limbiate, Desio e Seregno». E tra le righe si legge una specie di sgambetto in favore della metrotranvia di Padova. Già, perché i soldi che non arriveranno a Milano, andranno là. Non a caso, a promuovere l'emendamento che ha bloccato i lavori sulla tratta di Limbiate è stato un senatore veneto del Pd: Giorgio Santini. A settembre lo stesso ministro alle Infrastrutture Maurizio Lupi, in visita a Padova, incontrò il ministro Flavio Zanonato (ex sindaco padovano) e diede la sua benedizione alla metrotranvia fino allo stadio a patto che i lavori cominciassero subito. Con che soldi? Eccoli trovati con un emendamento-escamotage che proprio non va giù a De Nicola. «Quello fu un accordo scellerato - sostiene l'assessore provinciale - Al territorio serve più che mai sistemare la linea, che ormai è un oggetto di antiquariato». Da qui un appello a Lupi, perché non dimentichi Milano. Non solo, per progettare la nuova rete sono stati investiti circa 2 milioni di euro: gettati al vento se il progetto resta solo sulla carta.

«Oltre ai danni alle persone e all'ambiente - fa i conti De Nicola - lo slittamento dei lavori comporterebbe il risarcimento dell'azienda aggiudicataria per un danno economico pari al 10% del valore dell'opera nonché di tutte le attività finora svolte (espropri, interferenze, progettazioni)».

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