Un pannello fotovoltaico riesce anche a spostare i reggimenti. Uno dei motivi che hanno portato alla decisione di trasferire le «Voloire» a Vercelli è un maxi contratto per lo sfruttamento degli immobili dell'Esercito come impianti fotovoltaici. Se non venisse rispettato costerebbe decine di milioni allo Stato.
Si tratta di milioni di euro: oltre a quella di Vercelli, ci sono altre 64 caserme e terreni che rientrano nel piano che ha avuto tra i suoi sostenitori il piemontese Guido Crosetto, ex sottosegretario alla Difesa, e l'attuale capo di Stato Maggiore Claudio Graziano, la cui nomina sponsorizzata dall'ex ministro Ignazio La Russa causò qualche mal di pancia agli altri candidati.
È un vecchio pallino di Crosetto quello di mettere a frutto il potenziale immobiliare, e non solo, dell'Esercito: fu uno dei primi a parlare della necessità, ad esempio, di sfruttare i marchi della Difesa. E il progetto si è realizzato con la creazione di Difesa servizi spa, una società che deve valorizzare, cioè produrre denaro, grazie al patrimonio delle forze armate. Solo per l'affare del fotovoltaico, lo sfruttamento delle caserme e dei terreni dovrebbe portare in totale 240 milioni l'anno. Lo aveva annunciato Armando Novelli, presidente della società, parlando di «una rendita di 12 milioni all'anno per 20 anni, cioè 240 milioni per le superfici date in concessione».
Secondo i dati del bilancio 2014, per adesso gli affari non sembrano andare come previsto, ma nel bilancio di previsione l'utile netto segnava 2 milioni 287mila euro. E alcuni capitoli garantiscono entrate sostanziose: solo per lo sfruttamento del marchio Aeronautica nel triennio 2014-2017 entrano nelle casse 2 milioni all'anno fissi più le royalties.
Ma il vero problema è che anche volendo non si può ignorare quel contratto e decidere di chiudere Vercelli invece di Milano: la convenzione per il fotovoltaico ha una durata di 25 anni e se il ministero cambiasse idea, dovrebbe versare un indennizzo con parecchi zeri alla spa. Un cifra calcolata su quanta energia dovrebbe produrre al giorno l'impianto, moltiplicata per gli incentivi economici corrisposti a chi crea energia pulita, e poi ancora moltiplicata per i giorni di chiusura dell'impianto. Una formula che significa una pioggia di milioni. E in un momento in cui lo Stato cerca denari per le sue esauste casse. Quindi è obbligatorio che la Caserma di Vercelli resti aperta e funzionante.
Il problema non è sfuggito ad alcuni parlamentari: «Quale sarebbe il senso di un trasferimento a Vercelli? – ha chiesto Emanuela Corda, deputata del M5S - la sicurezza dei cittadini deve venire prima degli interessi personali, vedasi l'affare dei pannelli fotovoltaici di Difesa spa proprio nella caserma di Vercelli».
Ma i motivi come la convenzione, oltre alla poca voglia dello Stato Maggiore di tornare su una decisione presa, sono ostacoli durissimi da superare. Resta da vedere se le esigenze di sicurezza della seconda città del Paese potranno pesare abbastanza per trovare un'altra soluzione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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