Parisi: «Basta con i profughi» Sala: «Nel campo base Expo»

Al Teatro Manzoni sfida tra i candidati sul tema dell'accoglienza Mr Chili: «Non c'è più posto». L'uomo del Pd: «Limiti da discutere»

Maria Sorbi

Rilancia l'idea di utilizzare le aree a fianco di Expo per accogliere gli immigrati il candidato del Pd Giuseppe Sala. «Mi sembrava una buona idea». «No, quelle sono le aree del futuro di Milano» lo contesta il rivale del centrodestra Stefano Parisi.

A pochi giorni dal voto, i temi caldi di Milano fanno emergere tutte le differenze fra i due candidati-manager finora considerati un po' troppo simili da alcuni, a cominciare dal candidato di sinistra sinistra Basilio Rizzo. Il confronto sulla spinosa questione dei profughi si consuma sul palco del teatro Manzoni durante l'incontro fra i nove candidati sindaco organizzato da Il Giornale. Due linee diametralmente opposte quelle dei due big in corsa per palazzo Marino, una la certezza comune: in città non ci sono più posti letto per accoglierli e bisogna trovare soluzioni nuove.

«Attualmente il numero di migranti al giorno è aumentato. Ne arrivano 150 al giorno e grande spazio non ce n'è più - fotografa la situazione Sala - L'idea di utilizzare il campo base di Expo era una buona idea. Qualcuno si è anche vantato della decisione di chiuderlo del ministro Alfano, che la pensava diversamente. Sui limiti bisogna discutere con il Governo».

Stefano Parisi non entra nello specifico delle decisioni (prese e ritirate nel giro di poche ore) di utilizzare Expo come campo base ma mette bene in chiaro che quello è il luogo dello sviluppo e del nuovo volto di Milano. Non va certo trasformato in un campo accoglienza. «Renzi ha detto che non è vero che c'è un'emergenza - contesta Parisi - ma i numeri aumentano a causa di una politica miope ed egoista dell'Europa che non riesce a fermarli a casa loro. L'anno scorso passavano e andavano al Nord, quest'anno non succede. A Milano, comunque, non c'è più posto».

Il candidato di NoixMilano, Nicolò Mardegan, chiede di superare «il concetto nauseabondo del politicamente corretto. Siamo stufi che l'immigrato venga prima dell'italiano. È buonismo che crea razzismo. Stiamo creando i ghetti, come fanno a integrarsi?». Il radicale Marco Cappato sostiene invece che «lo Stato sia criminale e fallito. Dove invece lo stato funziona, l'immigrazione può essere anche una risorsa». Basilio Rizzo, candidato della sinistra, chiede di non far ricadere il problema dell'accoglienza immigrati solo sulle periferie.

Il grillino Giancluca Corrado fa leva per cambiare le regole nazionali, perché «non stiamo parlando di un'emergenza ma di un problema strutturale». Luigi Santambrogio (Italia Nostra) è critico verso la gestione immigrazione di ora: «I prefetti pagano gli alberghi per accogliere i profughi. Ma il tutto si riduce a vitto e alloggio, servono invece soluzioni più complesse nel rispetto della persona». La candidata di Fuxia People, Maria Teresa Baldini, accusa: «Il problema è nostro perché non sappiamo gestire l'immigrazione e permettiamo alle organizzazioni di guadagnarci sopra. Il futuro sindaco faccia un reale censimento di chi può rimanere e chi no.

E consideri che la città rischia anche dal punto di sanitario con il ritorno si epidemie». Natale Azzaretto (partito comunista dei lavoratori) è un po' più rassegnato e sprona ad «abituarci a convivere con l'immigrazione».

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