La sua storia (politica) è iniziata a Milano e da Milano Stefano Parisi ha voluto lanciare ieri il suo nuovo movimento «Energie per l'Italia». Una formazione «alternativa a Renzi e alla sinistra», che si colloca «all'interno del centrodestra» ma «non vogliamo essere - ha precisato - l'ennesimo partitino, il nostro progetto è più ambizioso. É un progetto di grande rinnovamento. Ne ho parlato già da luglio anche ai vertici di Forza Italia, poi se qualcuno (riferendosi al leader azzurro Silvio Berlusconi, ndr.) ha cambiato idea e preferisce lo status quo vedremo cosa fare», anche in vista delle prossime elezioni amministrative». Energie per l'Italia è «aperto a tutti coloro che credono che il centrodestra abbia bisogno di un grande rinnovamento, servono persone nuove, un'etica nuova, maggiore democrazia interna. Le porte sono spalancate a chi vorrà entrare nella nostra casa». Messaggio che per ora è stato accolto con freddezza dai leader che proprio a Milano hanno sostenuto la sua corsa come sindaco del centrodestra in alternativa a Beppe Sala e al Pd. Il primo a scoprirsi è il governatore leghista Roberto Maroni: «Il progetto di Parisi? Non è una scelta vincente, non c'è bisogno di nuovi partiti. Piuttosto servono una leadership e un programma condiviso che ancora manca al centrodestra. Se il nuovo leader fosse Matteo Salvini, sarebbe una scelta eccellente». Fredda anche la reazione del deputato Fdi Ignazio La Russa: «Che abbia fondato un nuovo movimento politico è un atto di chiarezza, ha fatto bene. Adesso però ci dica se pensa di vincere da solo, e gli auguro di avere almeno lo stesso risultato, il 3%, raggiunto dalla sua lista con Passera e Albertini, o se vuole fare il leader del centrodestra. nel caso si candidi alle primarie».
L'ex sindaco Albertini ha guidato la lista civica di Parisi a Milano e ieri era presente al lancio del movimento, ma ha preso tempo: «Sono un grande estimatore e amico di Parisi, lo seguo in tutti i suoi percorsi e mi spiace che non sia riuscito nel primo obiettivo di rigenerazione di Forza Italia dall'interno» ma ricorda che l'ex manager si è schierato per il No al referendum mentre lui senatore Ncd sta «facendo campagna per il Sì, sono su un versante diverso. Aspettiamo quello che succederà dopo il 4 dicembre, peraltro ha detto che il suo obiettivo non è aggiungere un altro partitino, semmai essere il collante di quello che si è disperso». Tra i consiglieri forzisti, si è presentato al lancio di Energie per l'Italia il direttore di Tempi Luigi Amicone. Parisi peraltro ha chiarito che non lascerà l'aula, «continuerò attivissimo l'impegno di consigliere». La coordinatrice regionale Mariastella Gelmini ritene che il centrodestra «debba essere unito e largo, ben venga il contributo di chi proviene dalla società civile e allarga il campo portando nuovi innesti. Fi continua il lavoro in Parlamento e sul territorio, la priorità è il no al Referendum». Anche il capogruppo in Comune Gianluca Comazzi ribadisce che «l'unità del centrodestra è fondamentale per vincere il referendum. Sono sicuro che dal 5 dicembre il presidente Berlusconi riuscirà a riunire tutte le anime e le proposte politiche che stanno emergendo e anche Stefano potrà dare il suo contributo. Il rinnovamento della classe dirigente è un tema reale ma bisogna guardare ai tanti amministratori di Fi preparati e radicati sul territorio che sono pronti a ruoli nazionali».
Per l' azzurro Pietro Tatarella «Parisi ha sbagliato a voler rimanere esterno a Fi pur andando ad Arcore a cercare consenso e ad attaccare Salvini, il centrodestra non può prescindere dall'alleanza con la Lega. Fi gode ancora di grande consenso e se ci sarà rinnovamento nelle liste per le politiche potrà andare forte come a Milano. Parisi sarà la scialuppa per chi in Ncd vorrà smarcarsi da Renzi».ChiCa
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