Al momento Corrado Passera è l'unico candidato sindaco. Correrà per Italia Unica e già ora osserva, critico, gli errori dell'attuale giunta. Per non ripeterli.
In cosa sta sbagliando il sindaco Giuliano Pisapia?
«Trovo molto offensivo per i milanesi dimettersi alla vigilia di un appuntamento importante come Expo o in cui va impostata la città metropolitana. Non è rispettoso. Come dire: non mi interessa più».
Crede anche lei che la squadra arancione si stia sgretolando?
«Succede quando la leadership viene meno. Invece ci vuole coesione, serve un impegno di lungo termine. È necessario avere un larghissimo consenso».
Quindi lei sta già valutando i suoi possibili alleati?
«So già chi sono».
Non i renziani.
«Sono i milanesi. Il primo consenso, quello più importante, lo chiedo a loro. È finita l'epoca dei cartelli politici fini a se stessi. Se ci si allea solo per avere voti, è chiaro che governando ci si divide».
Ha già ricevuto qualche riscontro dai milanesi?
«Conosco Milano, ma voglio confrontarmi con la gente. Ho cominciato da una settimana a parlare con tutti: con le categorie, i quartieri, i comitati, con i commercianti, gli industriali, il terzo settore. Incontrerò i cittadini durante tutta l'estate: voglio ascoltare le loro esigenze».
Cosa le chiedono?
«Le persone hanno voglia di una partecipazione vera. Vogliono sapere quali sono i veri conti del Comune e se c'è qualche modello virtuoso da seguire. Questa è la politica, nel senso più sano del termine».
Di cosa ha bisogno Milano?
«Ha bisogno di togliere il freno a mano e di essere più ambiziosa. Abbiamo tutti gli elementi per essere una delle città europee più dinamiche».
Se lei fosse stato sindaco durante l'Expo?
«Avrei evitato che facesse concorrenza alla città. E avrei soprattutto chiarito in anticipo il valore dell'investimento. Dando poi garanzie sul dopo Expo».
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