Le parole manomesse di Carofiglio in scena al nuovo Teatro Menotti

Con le parole non si scherza, e nessuno meglio di lui lo può sapere. Gianrico Carofiglio, scrittore, politico e magistrato, da domani sera calcherà il palcoscenico del Tieffe Teatro di via Ciro Menotti per raccontare quale valore può assumere e quali danni può compiere la lingua. «La manomissione delle parole» è appunto il titolo di un monologo in costante dialogo con il fagotto del maestro Michele di Lallo, che darà vita a un'indagine letteraria a partire dalle citazioni di retori antichi e moderni: da Aristotele a Cicerone, da Dante a Primo Levi, da Calvino a Nadine Gordimer, da Obama a Bob Dylan. Nella sua piece, Carofiglio riflette sull'uso e abuso dei termini e quali significati e significanti hanno nella vita quotidiana di tutti noi. L'unico modo per scoprirlo è compiere una manomissione, ovvero smontare le parole dal loro contesto e riportarle alle corrette etimologie. E dunque al loro senso originale.
Un concetto già espresso dall'autore del romanzo Ragionevoli dubbi che racconta il travaglio interiore dell'avvocato Guerrieri diviso tra etica e utilitarismo. «Le nostre parole sono spesso prive di significato - dice Carofiglio - Ciò accade perché le abbiamo consumate, estenuate, svuotate con un uso eccessivo e soprattutto inconsapevole, le abbiamo rese bozzoli vuoti. Per raccontare, dobbiamo rigenerare le nostre parole. Dobbiamo restituire loro senso, consistenza, colore, suono, odore. E per fare questo dobbiamo farle a pezzi e poi ricostruirle. Nei nostri seminari chiamiamo "manomissione" questa operazione di rottura e ricostruzione. La parola manomissione ha due significati, in apparenza molto diversi. Nel primo significato essa è sinonimo di alterazione, violazione, danneggiamento. Nel secondo, che discende direttamente dall'antico diritto romano (manomissione era la cerimonia con cui uno schiavo veniva liberato), essa è sinonimo di liberazione, riscatto, emancipazione. La manomissione delle parole include entrambi questi significati». E ancora: «Noi facciamo a pezzi le parole (le manomettiamo, nel senso di alterarle, violarle) e poi le rimontiamo (nel senso di liberarle dai vincoli delle convenzioni verbali e dei non significati). Solo dopo la manomissione, possiamo usare le nostre parole per raccontare storie». Lo spettacolo scritto e interpretato da Carofiglio apre di fatto la stagione del teatro Menotti, ex sede del teatro dell'Elfo e preso in gestione nel 2010 da Tieffe Teatro, stabile di innovazione che per trentotto anni ha avuto sede al Teatro Filodrammatici. Il debutto - lo spettacolo andrà in replica fino a sabato - presenta al pubblico una sala rinnovata, con il completamento dei lavori di adeguamento alle norme di sicurezza.

«Una scommessa vinta - ha sottolineato la direzione - nonostante la volontà, dichiarata dalla proprietà non più di due anni fa, di trasformare lo spazio in monolocali e garage; ora la sala di via Menotti confermerà la vocazione di uno dei luoghi teatrali più amati dalla città».

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica