Coronavirus

Pasqua e Pasquetta blindate ma in città il contagio non frena

Controllati 2.171 cittadini, il 5 per cento sanzionato. Crescono i positivi e i decessi a Milano e in regione

Pasqua e Pasquetta blindate ma in città il contagio non frena

Le mandorle sulla colomba non sono mai state così amare. È un ponte di Pasqua surreale quello che hanno vissuto i milanesi e gli italiani tutti. Con una città deserta, ad eccezione dei «furbetti» del week end che hanno ignorato i divieti organizzando pic nic nei parchi o comunque una gita fuori porta, da piazza del Duomo al sagrato di Santa Maria delle Grazie, dalle Colonne di San Lorenzo a Brera: le zone più affascinanti della città deserte. In un silenzio assordante rotto solo dal cinguettio di qualche uccellino rimbombano le sirene delle ambulanze dirette verso qualche ospedale. Niente grigliate, musei blindati, vietati gli assembramenti anche nei cortili e ovviamente per strada. Ogni famiglia ha cercato di alleviare la sofferenza per un giorno di festa che raramente è stato così mesto: i pic nic si fanno sui balconi o sui ballatori delle case a ringhiera, si condivide il desco via skype o zoom con i parenti vicini e lontani, gli amici si salutano per telefono, alla messa si partecipa on line.

Sono 2.171 i controlli effettuati dalla Polizia locale, durante il weekend di Pasqua, per verificare il rispetto dei Dpcm e le ordinanze regionali relative al Coronavirus. «La gente in giro in effetti c'è, ma i controlli dimostrano che le persone che fermiamo sono quasi tutte in regola. La percentuale di persone non in regola si aggira intorno al 5 per cento», parola di Marco Ciacci, comandante della polizia locale. Sono 254 i controlli effettuati tra venerdì e domenica, nei giardini e parchi. Il giorno di Pasqua i vigili ha utilizzato anche alcuni droni per controllare con carabinieri e Guardia di Finanza i parchi Forlanini e Monte Stella, ieri i parchi Lambro e Trenno.

Sono stati invece 1.765 i controlli sulle principali vie di accesso e di uscita della città 152 quelli effettuati in supermercati, ipermercati e mercati comunali coperti. Domenica gli spostamenti in Lombardia sono stati «il 25 per cento» rispetto a una giornata normale di prima dell'emergenza», come «una normale domenica» dell'emergenza ha spiegato il vicepresidente della Regione Fabrizio Sala. «È andata bene, sabato eravamo al 32 per cento, era un po' alto, e venerdì eravamo al 41 per cento, tre punti percentuali superiori alle precedenti settimane», ha aggiunto.

Nonostante gli sforzi dei milanesi e dei lombardi i dati che ha diffuso ieri l'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera continuano a essere preoccupanti: nel Milanese si sono registrati 296 nuovi positivi, il doppio (481) nella provincia, il numero in assoluto peggiore rispetto anche alle province «rosse» di Bergamo che con 10.391 contagi ne registra 82 nuovi, e Brescia che vede un aumento di 100 nuovi positivi per un totale di 11.058 Solo 16 nuovi casi nella provincia di Lodi. In tutta la regione si contano 60.314 malati (+1.262), 12.028 ricoverati (+59), una diminuzione di 33 ricoveri in terapia intensiva su 1.143 e 10.

901 decessi (+280).

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