Quel patrocinio della Regione alla Milano pride week

Una dimostrazione di apertura o la prova di due linee diverse anche dentro la Lega? Difficile stabilirlo ma mentre oggi infuriano le polemiche per il convegno della Regione dedicato alla famiglia (senza aggettivi, anche se l'assessore Cristina Cappellini poi aggiunge «tradizionale», o meglio «naturale») circa sei mesi fa fece notizia un punto di vista opposto: per la prima volta infatti la Regione Lombardia aveva dato il suo patrocinio alla «Milano pride week», la settimana dell'orgoglio omosessuale in programma a Milano dal 23 al 29 giugno culminata con la consueta parata. Ma la notizia è che questa volta a sdoganare il marchio della rosa camuna simbolo del Pirellone su manifesti e volantini della kermesse gay è stato il voto della Lega Nord. Si parlò molto del fatto che l'ufficio di presidenza dette il via libera, dopo che si era esaurita l'istruttoria in aula con la concessione dell'idoneità alla domanda di «patrocinio gratuito al Milano pride 2014 organizzato dal Centro di iniziativa gay onlus e Arci gay Milano». Dentro l'ufficio di presidenza si confrontarono posizioni diverse: il presidente Raffaele Cattaneo votò contro insieme a Daniela Maroni della Lista Maroni. Voti favorevoli invece per il Pd, con la vicepresidente Sara Valmaggi, e per i 5 Stelle con Eugenio Casalino.

A far pendere l'ago della bilancia a favore del patrocinio al Gay pride arrivò a sorpresa il voto del vicepresidente Fabrizio Cecchetti, leghista, che si schierò per il sì in aperto contrasto con la Lista Maroni e - si disse allora - anche con il capogruppo del Carroccio Massimiliano Romeo, che oggi figura fra i relatori del convegno del 17 come primo firmatario della mozione per l'istituzione della giornata della famiglia. A lui, e al presidente della Regione, dovrebbero essere affidate infatti le conclusioni.