«Paura di rivolte, la gara è un segreto di Stato»

Quando la capogruppo di Sel Patrizia Quartieri afferma convinta che sul tema delle moschee la maggioranza sta facendo «un percorso di assoluta trasparenza» si prende gli applausi dell'opposizione. Ironici ovviamente. Ieri si è parlato un'ora e mezza in Commissione a Palazzo Marino delle tre aree che saranno messe a bando per altrettanti luoghi di culto, la delibera verrà votato il 10 ottobre, ma ancora una volta gli indirizzi sono stati tenuti top secret. La giunta vuole rinviare al giorno 11 la prevedibile esplosione di proteste nei quartieri. «I luoghi sono un segreto di Stato? Vnegano in aula a confrontarsi con i consiglieri» attacca il capogruppo Fi Pietro Tatarella. Consiglio comunale, questo sconosciuto quando si tratta di approvare delibere e regolamenti di peso. É l'accusa di Marco Osnato (Fdi) che rimarca come «le decisioni che contano, dal Pgt alle pedonalizzazioni e ora anche le moschee, vengono prese dalla giunta nel chiuso dei “salotti buoni“ e non con i rappresentanti dei milanesi. Ma daremo battaglia». Anche il leghista Luca Lepore considera «vergognoso e irrispettoso dei cittadini e delle comunità religiose» l'atteggimento della giunta che «bypassa l'aula sul regolamento per i luoghi di culto, è evidente che non vuole metterlo ai voti perchè non è sicura di avere i numeri della maggioranza». Anche tra i Democratici ci sono dubbi sull'apertura di moschee in questo delicato momento storico, domani la direzione del Pd cittadino si riounirà nuovamente per indicare alla giunta i paletti e le garanzie da inserire nella delibera. La paura del terrorismo è altissima in questo momento, anche a Milano, e il centrodestra andrà a raccogliere le proteste nei luoghi indicati dalla giunta: «La giunta tace perchè ha paura che scoppi la rivoluzione, e sarà così» avverte Riccardo De Corato (Fdi).

«Per quel che mi riguarda - spiega il consigliere di Popolari per l'Italia Matteo Forte - la disputa non è tra la posizione per la moschea e quella contraria, ma quale Islam si intenda legittimare». E «una delle responsabilità della giunta - attacca - sta nell'aver legittimato e coperto sotto una coltre di pratiche clientelari un islamismo di matrice politica. Mi riferisco ovviamente al Caim coordinato da Davide Piccardo, candidato alle ultime comunali con Sel nonchè figlio di Hamza, già segretario generale dell'Ucoii che è una realtà controversa perché ritenuta in continuità ideologica con i Fratelli musulmani, oggi messi fuorilegge in quasi tutto i Paesi del Golfo. Eccezion fatta per il Qatar che, nona caso, secondo alcune indiscrezioni uscite sui giornali sarebbe pronto afinanziare proprio il progetto di una moschea del Caim».

Ricorda che il Caim «ha ottenuto già dal Comune l'Arena e il Vigorelli per la fine del ramadan, e si è distinto per aver invitato nel2013 il siriano AlBustanji, visibile su youtube mentre in tv incoraggia i minori al martirio contro Israele». Varie associazioni islamiche riferisce «sono preoccupate, non manderebbero i figli in una moschea gestita dal Caim».

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