«Una campagna delle destre contro il rispetto della diversità». Ecco, quando arriva la chiamata ideologica contro «le destre, in genere, è l'ultima spiaggia. Quando agitano lo spauracchio del nemico alle porte, è la spia che si accende e segnala: fine argomenti. Sembra proprio andata in riserva di scuse e pretesti, la sinistra milanese, sul caso delle lezioni ad alto tasso di politica dentro le scuole. Tocca all'assessore al Sociale intervenire, nel tentativo di compattare le fila e difendere l'indifendibile, ovvero la presenza di esponenti del suo partito nelle classi, senza contraddittorio, per incontri su islam e cittadinanza. E Pierfrancesco Majorino interviene. Prova a buttarla in politica, a far credere che il problema sia «la destra milanese» che «da giorni - dice - continua ad alimentare una campagna contro le iniziative che vogliono promuovere nelle scuole il valore del rispetto della diversità». Ecco il colpecole: le destre. «Tipo Forza Nuova insomma» sintetizza. La consigliera comunale (sempre Pd) Simonetta D'Amico si esalta: «Contro Forza Nuova e la destra xenofoba: noi non ci arrendiamo». Ma non si sa bene cosa c'entrino xenofobi e Forza Nuova. Un riflesso ideologico forse. Di sicuro è la fiera della faziosità, del doppiopesismo, del paradosso. E nessuno che risponda alla domanda vera, inevasa: perché voi? Perché devono essere gli esponenti del Pd a promuovere i diritti nelle scuole? Perché deve essere una consigliera comunale del Pd, per quanto musulmana e velata, a trattare il tema difficile del ruolo della donna nell'islam? E poi come è finito a parlare per due ore alle scuole medie Puecher il coordinatore dei giovani Pd Paolo Romano (che poi lo ha raccontato su facebook)? Non si sa. Forse «passava di là», forse si è trovato in quella scuola in quel momento. E si è trovato al fianco dell'avvocato Alessandro Giungi che - guarda caso - è un ex consigliere comunale del Pd ricandidato (e primo dei non eletti) alle Comunali nel 2016. Solo un avvocato senza alcuna connotazione politica? Bene, ma le cronache locali parlano di un incarico affidatogli: delegato al controllo dell'ospitalità nei centri d'accoglienza, scriveva «La Repubblica» a maggio. Delegato da chi? Da Majorino naturalmente. «Ogni giorno che passa il loro castello di attenuanti crolla» commenta il consigliere municipale leghista Enrico Salerani, che ha sollevato il caso delle Puecher - Farebbero più bella figura a chiedere scusa il suo consiglio - e impegnarsi a non riprovarci». Majorino invece fa sapere che il Pd andrà avanti. «Ci tengo a dire che in tanti continueremo ad essere invitati nelle scuole proprio per far vincere la cultura dei diritti». Da dove tragga questa certezza di nuovi future «lezioni» non è dato saperlo. Come possa essere sicuro di ricevere futuri inviti non si sa. Forse confida in ambienti politicizzati. Il caso degli incontri delle scuole Verga (istituto Pertini) è stato denunciato invece dall'assessore municipale Deborah Giovanati (Milano popolare). E oggi anche il presidente di Zona 5, il centrista Alessandro Bramati (Mp) sostiene la sua battaglia: «Bisogna avere l'attenzione di rispettare tutte le "diversità" soprattutto quando si coinvolgono i bambini. Poi è stucchevole lo stracciamento delle vesti di chi vive un pluralismo a senso unico». E la sostiene anche Oscar Strano, presidente del Consiglio di Zona 4, parisiano, altro centrista (altro che destre). E dice: «Ipocriti.
Una qualsiasi bandierina del centrodestra, se discussa in una scuola alla sola presenza di consiglieri di centrodestra, li avrebbe scatenati». Un'altra interrogazione, al ministro, intanto, è stata annunciata dal leghista Stefano Borghesi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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