Elezioni politiche 2022

"Il Pd vuole droga libera, al governo per impedirlo"

Il sottosegretario, che correrà a Como, promette tolleranza zero contro spacciatori e baby gang

"Il Pd vuole droga libera, al governo per impedirlo"

Il sottosegretario all'Interno Nicola Molteni è convinto: «Serve un piano Marshall per rafforzare gli organici delle forze di polizia». Sulla sicurezza e sul contrasto all'immigrazione clandestina, assicura il leghista che correrà per la Camera nell'uninominale di Como, il centrodestra «ha le idee chiare. Riformare le polizie locali, riattivare i decreti sicurezza e ripristinare l'operazione Strade sicure per le città, riportando il contingente a 7mila uomini dopo la riduzione voluta dal governo giallorosso. E se possibile implementarlo fino a 10mila militari».

Sottosegretario Molteni, servono divise?

«Abbiamo 99mila poliziotti, ma 40mila entro il 2030 andranno in pensione. La prima esigenza è investire su nuove assunzioni, personale giovane. L'età media è 46-47 anni, tra le più alte d'Europa. Serve una vittoria larga per fare interventi già con la prima legge di bilancio».

Come procede la sperimentazione taser?

«Assunzioni da un lato, dotazioni dall'altro. Il taser che è uno strumento di difesa e non di offesa, sta dando dei risultati straordinari. La sfida è estenderlo alle specialità della Polizia, come la Stradale e la Ferroviaria. E poi anche a Penitenziaria e Locale».

In questi giorni è stato utile a Milano.

«L'ennesima dimostrazione della sua funzione con l'ennesimo immigrato e l'aggressione alle forze dell'ordine. Finora ne sono stati distribuiti 4.482, spesso basta anche solo mostrarlo: è un grande strumento di deterrenza».

Le città sembrano insicure. È un problema di percezione?

«I numeri dicono che nel 2021 è aumentata la criminalità diffusa, reati predatori come rapine e furti. Poi ci sono almeno due fenomeni nelle grandi città, ma anche nei piccoli centri: le piazze di spaccio e le baby gang. A una sinistra che parla di legalizzare le droghe, rispondiamo con il modello della tolleranza zero».

A Milano le baby gang sono sempre più diffuse. Come si contrastano?

«Bullismo e devianza giovanile diventano criminalità: la logica del gruppo e una sorta di affiliazione. Poi l'utilizzo del web per esaltare i gesti compiuti. Serve rafforzare i presidi di sicurezza, con il centrodestra al governo non si chiudono tenenze o i commissariati».

E poi?

«Serve un patto educativo con i territori. Questo è un fenomeno che si affronta coinvolgendo la realtà locale. E serve modificare la normativa, per esempio sull'imputabilità».

Immigrazione, si torna ai Decreti Salvini?

«Averli cancellati è stato profondamente sbagliato. Si sono ridotti i rimpatri e si è creata insicurezza sui territori. Viviamo una vera emergenza nazionale: abbiamo sfondato il muro dei 50mila sbarchi, il 42% in più rispetto allo scorso anno. A luglio quasi 14mila, ad agosto siamo a 9mila. Numeri drammatici a fronte di 2200 rimpatri, pochissimi».

Un tema che spetta di diritto alla Lega?

«Serve intervenire direttamente sulle partenze con il pattugliamento congiunto delle acque dei Paesi transito. Gli hotspot vanno fatti in Libia e Tunisia, non in Italia. Con gli alleati abbiamo una visione comune sul tema, ma la differenza è che la Lega, con Salvini al Viminale, queste cose le ha già fatte e le vuole rifare».

Sull'autonomia sembravate distanti da Fratelli d'Italia. Avete trovato la quadra?

«Senza l'autonomia non ci sarebbe stato nessun accordo. Invece il patto è stato firmato anche dagli amici di Fdi. L'autonomia vuol dire responsabilità, federalismo decentrato e avvicinamento del potere decisionale ai territori. Farà bene a tutto il Paese, non solo al Nord».

Gli imprenditori non sembrano aver gradito la caduta di Draghi.

«La Lega rimane un sindacato di territorio con una grande sensibilità verso il sistema economico produttivo del Nord e del Paese. La Flat tax è un tema importante, così come il taglio del cuneo fiscale e il problema dei costi dell'energia. Interpretiamo i sentimenti di questo mondo e lo continueremo a fare».

Il sistema lombardo spinge per un price cap all'energia.

«Insistere per un tetto europeo al prezzo del gas, come fa il governo, è nel programma del centrodestra. Con noi la capacità di produrre energia sarà fondamentale: dobbiamo riacquistare autosufficienza accantonando i no della sinistra. Poi deve cadere il tabù del nucleare».

Temete contraccolpi in Lombardia?

«Siamo il partito dei governatori e dei 600 sindaci con radici profonde, anche nel sistema economico. Io sono molto fiducioso. Siamo entrati nel governo anteponendo il bene del Paese al consenso elettorale.

In 14 mesi abbiamo fatto tanto, ora non serve il libro dei sogni, ma serietà e capacità di amministrare».

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