Pdl e Lega, si riapre la partita delle alleanze

Pdl e Lega, si riapre la partita delle alleanze

Quella tra Pdl e Lega ormai è una guerra di posizione. Perché l’indagine sulle presunte tangenti al Carroccio, ora s’intreccia inevitabilmente con il tema delle alleanze alle prossime elezioni amministrative che tra meno di due mesi porteranno al voto Monza (la terza città della Lombardia) e Como, oltre a luoghi simbolo come Sesto san Giovanni.
Sulla faccenda la posizione di Umberto Bossi sembra piuttosto chiara. Anche ieri da Collegno al congresso della Lega Nord Piemont che ha rieletto Roberto Cota, ha nuovamente tuonato il suo veto: «Corriamo da soli. Meglio soli che male accompagnati». Ma Bossi è Bossi e si sa che per lui non c’è mai nulla di definitivo. «Ci potrà essere qualche eccezione - ha aggiunto enigmatico -, se ne vale la pena. In ogni caso, sarò io a decidere». E almeno su questo nessuno dubitava. Parole che a molti, in casa Pdl, hanno interpretato come un primo spiraglio dopo che il segretario Angelino Alfano davanti ai quadri alla scuola di formazione politica di Orvieto aveva messo il Carroccio con le spalle al muro. «Alla Lega - aveva detto - chiediamo di non consegnare il Nord alla sinistra».
Se n’è parlato ieri al Tavolo Milano del Pdl convocato in viale Monza. Contrario a sottostare a una «politica del ricatto» è il vice presidente della Camera Maurizio Lupi. «Un gravissimo errore - ha detto - far pagare ai cittadini una politica nazionale. Siamo convinti che gli elettori ci ripagheranno e puniranno la Lega». Deciso a difendere l’orgoglio del Pdl è anche il coordinatore nazionale Ignazio La Russa. «La Lega - le sue parole - almeno da quando esiste il Pdl, non ha mai vinto una sola città capoluogo della Lombardia o una Regione senza di noi. La stessa cosa non si può dire per il Pdl». Messaggio chiaro. Soprattutto perché i leghisti sanno che a Monza ad aver bisogno di aiuto è il sindaco uscente, il «bossiano» di ferro Marco Mariani che molto difficilmente senza l’appoggio dell’intero centrodestra potrà tornare ad amministrare. E, infatti, è stato proprio lui a chiedere con più insistenza proprio a Bossi di non rompere l’alleanza. Di «imposizione romana sul territorio» che «non porterà fortuna alla Lega», parla il coordinatore regionale del pdl Mario Mantovani. «Noi siamo a disposizione, se ritengono. Altrimenti abbiamo la forza, il coraggio e i voti per andare da soli. Senza Lega possiamo vincere, come abbiamo già dimostrato. Se ne facciano una ragione».

Per l’ex ministro Mariastella Gelmini «c’è la disponibilità a riunire l’area dei moderati e di allargare il campo anche alle liste civiche. Faremo liste competitive, anche se avremmo preferito accordarci con la Lega per riunificarla da subito».

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