Cronaca locale

Il Pdl fa quadrato: «Le accuse? Solo follie alla vigilia del voto»

«A dieci giorni dal voto, escono delle carte che fanno emergere chiaramente come sia abnorme l'attacco a Roberto Formigoni e alla sua giunta, addossandogli pure l'associazione a delinquere». Il segretario del Pdl Angelino Alfano non ha dubbi che dietro la chiusura delle indagini a carico del presidente della Regione ci sia una parte della magistratura pronta ad inquinare il voto descrivendo la sanità lombarda come una banda criminale. Parole condivise da Roberto Maroni: «Dopo un anno di indagini, guarda caso dieci giorni prima delle elezioni. Non sono complottista però... È l'uso che si fa in campagna elettorale».
E non è certo un caso che anche a Palazzo di giustizia, l'accelerazione imposta dal procuratore aggiunto Francesco Greco e dai suoi pm non sia piaciuta a chi (anche ai vertici) considerava più opportuno rimandare il «botto» di qualche giorno. «Ma noi siamo sicuri - ha detto ieri Alfano ospite dell'Unione del commercio - che i cittadini lombardi siano così intelligenti e accorti da ritenere folle e fuori dal mondo pensare che Formigoni sia il componente di un'associazione a delinquere». Non solo. «È chiaro - ha aggiunto - che scaricano gravissime imputazioni su una persona e che queste incidono sulla sua onorabilità durante la campagna elettorale. Ma quando saranno crollate, le elezioni saranno state già celebrate e chi non tiene in considerazione questo aspetto, non ha capito i gravi danni della giustizia a uso politico».
Per il presidente della Provincia Guido Podestà «le accuse che hanno colpito Formigoni non avranno ripercussioni né sul centrodestra, né sul voto». Perché «i cittadini hanno ben chiaro quanto di buono è stato compiuto in questi diciassette anni e quanto ancora resta da ultimare». Critico anche il vice presidente della Camera Maurizio Lupi. «Credevo - ha detto ieri a fianco di Alfano - - che la campagna elettorale la facessero i politici ed eventualmente quei magistrati che dalle procure sono passati direttamente alla guida di un partito. Sono un ingenuo, in Italia la campagna elettorale la fanno i giudici». Parole dure anche quelle di Daniela Santanché, la capolista alla Camera per il Pdl nel collegio Lombardia 3: «Questa volta speravamo di poter fare una campagna elettorale sul confronto dei programmi, ma ci eravamo illusi perché ci troviamo una magistratura che dà l'assalto alle eccellenze industriali italiane. Troppi arbitri fanno già i giocatori ancor prima di candidarsi, come del resto ha fatto Antonio Ingroia, rivelando il suo vero volto».
E proprio di programma ha voluto parlare ieri Alfano durante il suo giro in Lombardia che lo ha portato a Bergamo, Milano e Cinisello Balsamo per incontrare, accompagnato da Lupi, dagli ex ministri Paolo Romani e Mariastella Gelmini e dal responsabile economico del Pdl Luigi Casero, artigiani, imprenditori e giovani. Tra i punti la revisione dei troppi poteri oggi affidati ad Equitalia, la revisione del Redditometro, l'abbattimento della burocrazia e la facilitazione del credito bancario.

Ma anche la promessa di dimezzare i parlamentari così come il loro emolumento e l'azzeramento immediato del finanziamento pubblico ai partiti.

Commenti