Colpo di scena. Ieri mattina i treni sono arrivati quasi tutti in orario. A dir la verità i pendolari erano pronti al peggio dopo una settimana nera in cui c'era quasi da festeggiare se i tabelloni segnavano «solo» 10 minuti di ritardo. E invece le cose sono andate lisce. A causa dello sciopero dei macchinisti di domenica, fino alle due di notte, molti convogli di primo mattino non erano pronti sulle griglie di partenza nelle stazioni ma i ritardi sono stati contenuti il più possibile e alle 10 erano in funzione 764 treni, pari al 97% delle corse programmate.
Secondo la società, poco meno del 70% è arrivato puntuale o con un ritardo contenuto entro i 7 minuti. Il merito va ai tecnici che, se non altro, sono riusciti a ripristinare il vecchio sistema di gestione dei turni del personale. Si è tornati alle abitudini di sempre e quindi anche oggi e per tutta la settimana i disagi dovrebbe essere contenuti.
Il vecchio metodo, collaudato e sicuro, funziona meglio di quello super all'avanguardia andato in tilt. E in parecchi pensano che sarebbe stato meglio tenersi in tasca i soldi investiti per il nuovo software, costato ben 1,5 milioni di euro. Software che per ora, come unico risultato, ha portato a un enorme flop mettendo in ginocchio i pendolari lombardi per sette giorni consecutivi. La task force informatica è ancora al lavoro per reimpostare i computer e concedere una seconda chance al programma che funziona in tutta Europa tranne che da noi.
C'è anche un'altra emergenza a cui far fronte: la nomina di un nuovo amministratore delegato al posto di Giuseppe Biesuz, arrestato la scorsa settimana per bancarotta.
Ai piani alti del Pirellone sono in corso le consultazioni per trovare il nome giusto e in parecchi chiedono che la nomina non sia solo di natura politica: serve una persona preparata e «tecnica» che riesca a dipanare la matassa in cui si è ingarbugliata Trenord. L'assessore lombardo alle Infrastrutture Andrea Gilardoni lancia un appello perché il nome dell'ad salti fuori entro la metà della settimana.
Tra i papabili spunta il nome di Pascal Laurent Gregorio, direttore generale di Trenitalia in Piemonte. Ma si tratta solo di voci: i confronti sulla decisione avvengono a porte chiuse, proprio per cercare di accorciare il più possibile i tempi.
A vedere i treni in funzione, monta ancora di più la rabbia del Codacons.
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