Percorso netto fra i divieti Tutti violati in 24 ore senza prendere una multa

HASHISH Ore 17, parco Sempione: compriamo 30 euro di «fumo» e la facciamo franca

Percorso netto fra i divieti Tutti violati in 24 ore  senza prendere una multa

Marco Guidi

Un giorno e una notte per aggirare i divieti e le ultime ordinanze del Comune di Milano. Un giorno e una notte trascorsi nei luoghi più a rischio, quelli da bollino rosso, dove la parola vietato è di rigore. Bastano ventiquattr’ore per rendersi conto che l’elenco delle norme in questa città è lungo, lunghissimo. E che farle rispettare forse non è poi così semplice, né tantomeno scontato. Noi abbiamo provato a trasgredirle, tutte e ci siamo riusciti. Da piazza del Duomo, a viale Sondrio: alcol, droga, prostituzione, accattonaggio molesto, graffiti. Nessuno ci ha fermato, né sanzionato. Percorso netto.
Accattonaggio molesto
«Ma è possibile che non ci siano i vigili?». Piazza del Duomo, ore dodici, le camionette della Guardia di Finanza alle spalle, quelle della polizia di fronte e la gazzella dei carabinieri che è appena passata. Mi avvicino alla prima coppia di turisti che attraversa il sagrato. A guardarli così sembrano innocui e poi, cos’ho da perdere io? Sono un’accattona, una zingarella che a malapena biascica qualche parola in italiano, quelle indispensabili: «Una moneta per mangiare, prego». Capisco di non essere una presenza gradita qui di fronte alla Madonnina, capisco che sia anche un po’ rischioso, in fondo i militari sono a due passi da me. Potrebbero prendermi e farmi una sanzione da 500 euro così come vuole l’ordinanza contro l’accattonaggio molesto. Ma ho bisogno di soldi e non ho alcuna intenzione di mollare il colpo. E allora insisto, ne fermo altri due, questa volta sono italiani. Li seguo, li strattono per le maniche della camicia e li tormento con la solita litania: «Una moneta per mangiare prego». Le signore tengono stretta la borsetta, si rivolgono al marito e commentano stizzite: «Ma non dovevano multarli questi qui?». Sì, dovevano. O meglio, dovrebbero. Nemmeno tra i tavolini dei bar di corso Vittorio Emanuele ci sono controlli. Mi infilo tra le sedie occupate dai turisti, guardo le mance che lasciano al cameriere e li supplico di dare qualcosa anche a me. Accattonaggio molesto, anzi di più. Dall’altra parte della strada ci sono due vigili in divisa, forse vogliono chiedermi i documenti e farmi una multa, in fondo ne avrebbero tutte le ragioni. Abbasso lo sguardo e tiro dritto, anche questa volta è andata bene.
Kebab e take away
Il take away indiano ha appena abbassato le saracinesche. Dall’altra parte della strada, si vede l’inserviente con il secchio dell’acqua per pulire i pavimenti. Sono le 2.45 del mattino e in viale Monza, in questa parte di città dove vivono più immigrati che italiani le luci delle kebaberie sono ancora accese. Nonostante i divieti, nonostante la nuova legge regionale che impone tassativamente di chiudere all’una di notte. Nonostante lo spauracchio di essere sanzionati con una multa fino a tremila euro. Ma qui nessuno rispetta le norme. In piazza Argentina, alle 3.30 un gruppo di arabi prende l’ultima piadina, poco più avanti in piazzale Loreto un negozietto incastrato nel cemento vende hot dog. Ventiquattr’ore su ventiquattro.
Alcol
La guerra ai camion-bar è l’ultima, la più recente: non possono più vendere alcolici pena una sanzione da duemila (dalle 7 alle 24) a trentamila euro (dalle 24 alle 7). Senza contare l’ordinanza comunale che impone agli autonegozi di non sostare più di due ore nello stesso posto. E però sembra che nessuno sia disposto a stare alle regole. Via Galvani, ore 24.30. Rachid giura di non sapere niente delle nuove sanzioni che scatteranno da oggi. «Ma no, ma no. A noi ci lasciano ancora in pace per un po’», ci spiega mentre apre una bottiglia di Becks. Di multe non ne vuole sapere, confida nella sorte che non becchino proprio lui. Per il momento, vale la pena rischiare. Poi si vedrà.
Non temono il rischio, invece, bar e negozi che servono alcolici ai ragazzini di meno di 16 anni. Qualche giorno fa il Giornale ha documentato come un 15enne avesse comprato birre da ambulanti, pub e perfino da McDonald’s senza essere fermato dai vigili. L’ordinanza anti-alcol per gli under 16 era appena entrata nel periodo di prova. Da stasera sarà poi in vigore. Cambierà qualcosa?
Poco ci vuole a infrangere un altro provvedimento comunale, quello firmato dall’ex primo cittadino Albertini nel 2003 che punisce il consumo di alcol in gruppo all’interno di parchi pubblici. Noi siamo in tre e ci gustiamo una birra a testa sotto il sole al parco Sempione. Vigili e polizia ci ignorano. Ce le scoliamo tutte in santa pace, senza essere disturbati.
Droga
Un’altra ordinanza punisce l’acquisto e il consumo di sostanze stupefacenti in luogo pubblico. La multa è sempre di 500 euro. Siamo sempre al Parco Sempione, finita la birra cerchiamo di procurarci del fumo. Conosciamo Pierpaolo, un ragazzo napoletano che ci fa da intermediario con degli spacciatori africani. Acquistiamo trenta euro di hashish. «Questo è caramello, roba buona», precisa lui. Ci mettiamo su una panchina, «rolliamo» uno spinello e lo accendiamo. A meno di 100 metri ci sono due poliziotti in moto e un paio di ghisa. Ma anche qui la facciamo franca. Ci spostiamo alle colonne di San Lorenzo, ormai è sera. La piazza è piena di giovani, immigrati e ubriaconi. Ci avviciniamo a tre senegalesi, chiediamo se hanno del fumo. Uno di loro ci fa segno di seguirlo. Ci porta a lato della piazza. Tiriamo fuori venti euro e lo scambio è fatto. Anche qui i vigili non sono molto distanti, ma se ne stanno in un angolo accanto alla loro camionetta. E anche qui la passiamo liscia.
Piccioni e mangime
In piazza del Duomo gli affari migliori si fanno con i turisti. «Per una manciata di mais pagano anche 50 euro. I russi sono i più generosi», dicono gli abusivi del mangime che gravitano sul sagrato della cattedrale. Tutti stranieri, arabi, marocchini, africani. Pazienza anche se è contro le regole, pazienza se c’è un’ordinanza specifica che vieta questa pratica. «Sì lo so, non si può. Ma io ho bisogno di fare un po’ di soldi. E va bene così».
Prostituzione
Le due romene in viale Sondrio mi tranquillizzano subito, appena abbasso il finestrino dell’auto. «Qui non vengono mai a fare controlli, avvicinati che ci mettiamo d’accordo sui soldi. Trenta euro va bene?». In tre anni di marciapiede giurano di non essere mai state fermate dalla polizia. Né loro, né tantomeno i clienti hanno mai preso una multa da quando a novembre è entrata in vigore l’ordinanza fortemente voluta dal sindaco Moratti che punisce con una sanzione da 500 euro anche chi si ferma solo a parlare con una prostituta. Io la passo liscia. Cambio zona, vado in via Pola, zona battuta dai viados. Daniela, trans italiano, subito mi avvicina. «Sono 50 euro e se vuoi andiamo a casa mia». «Ma non hai paura delle multe?». «Lascia stare, ne ho prese già due. E le ho pagate. Mi è dispiaciuto più per i clienti». Poche decine di metri più in là, invece, c’è Maria, un travestito siciliano. «Io ne ho prese cinque, ma le ho stracciate e nessuno per ora mi ha detto nulla. I soldi mi servono giusto per vivere, altro che multe. Quelle le paga solo chi ha qualcosa da perdere». Saluto, rimetto in moto e vado. Anche qui senza essere sanzionato.
Graffiti
Ad agosto entrerà in vigore il decreto sicurezza. Le pene per i writers saranno molto più severe. Ma intanto le leggi vigenti, compresa l’ordinanza comunale dello scorso novembre, possono essere violate senza pagarne le conseguenze. Soprattutto se un colorificio del centro vende una bomboletta spray per imbrattare i muri a un 15enne. Cosa proibita, proibitissima. Bisognerebbe che il cliente abbia almeno 18 anni.

Ma il nostro Riccardo, 15 anni compiuti tre mesi fa, non incontra problemi. Entra nel negozio, chiede e viene subito servito. E con la bomboletta ancora in mano passa pure davanti a una pattuglia di ghisa, nessuna reazione. Il piccolo Ricky la fa franca. Ancora una volta.

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