Periferie, lite Sala-Colombo

Il sindaco: "Assessore ad hoc? Non serve". Fi provoca: c'è già la Sotis

Periferie, lite Sala-Colombo

Sulle periferie «la strada da percorrere è ancora molto lunga e faticosa, a oggi gli obiettivi prefissati non possono dirsi realizzati». Sui cantieri M4 «purtroppo» anche a Milano si è verificata «la pessima abitudine di non concludere un'opera pubblica entro i tempi aprendo ad aumenti di spesa». Sono i punti più duri della Relazione e pubblicata due giorni fa dal Comitato per la legalità presieduto dall'ex pm Colombo. Che ha suggerito al sindaco di riconsiderare l'ipotesi di nominare un assessore ad hoc per le periferie. Ma Sala ribatte: «Non serve, deresponsabilizzerebbe gli altri, è una scelta politica». E Fi provoca: «Ha già arruolato Lina Sotis».

Sulle periferie «la strada da percorrere è ancora molto lunga e faticosa, a oggi gli obiettivi prefissati non possono dirsi realizzati». Sui cantieri M4 «purtroppo» anche a Milano si è verificata «la pessima abitudine di non concludere un'opera pubblica entro i tempi aprendo la strada ad aumenti di spesa motivati da riserve e varianti, senza che nessuno sia chiamato a rispondere del surplus». Sono i punti più duri della Relazione semestrale pubblicata due giorni fa dal Comitato per la legalità e la trasparenza in Comune presieduto dall'ex pm Gherardo Colombo. Che ha suggerito al sindaco di riconsiderare l'ipotesi di nominare un assessore ad hoc per le periferie, una richiesta avanzata nel 2017 fa dal segretario Pd Pietro Bussolati e bocciata da Beppe Sala. Che un anno dopo - e nonostante le critiche di Colombo - mantiene il punto. Uscendo da una visita con prefetto, questore e assessori all'Apple Store in piazza Liberty che apre oggi alle 17 («molto bello, un altra conquista per la città, e aver usato 3 milioni di oneri per le periferie non è un brutto messaggio») il sindaco ripete che a settembre presenterà «quello che possiamo fare per le periferie, ci stiamo lavorando. Su alcune opinioni di Colombo sono d'accordo, su altre meno, a non credo che un assessorato ad hoc serva, deresponsabilizzerebbe gli altri, è una precisa scelta politica. D'altro canto avendo chiesto al Comitato di fare questo lavoro non mi aspettavo che appoggiasse in pieno ogni cosa che facciamo, sarebbe stato inutile». Sulla M4 si difende «abbiamo anche ereditato una situazione difficile, ora abbiamo messo un pò a posto le cose e mi auguro che da qua in poi si andrà avanti bene». E ha chiesto una relazione all'assessore allo Sport Roberto Guaineri sullo stato del centro sportivo Saini: il Comitato ha contestato la gestione e il rischio che il degrado continuo provochi un ingente danno economico.

Le critiche di Colombo sugli extra costi della M4 «sono le stesse avanzate da Forza Italia - osserva il capogruppo Fabrizio De Pasquale -. E sulle periferie certifica il fallimento del Piano. Il vero problema è che le priorità di chi vive in quartieri difficili, dalla lotta al degrado alla sicurezza, non sono quelle della sinistra, esemplare la nomina di Lina Sotis a consulente per le periferie». Mirko Mazzali che invece è il referente del sindaco sulle periferie (ieri su Facebook ha scherzato: «Ogni mattina il delegato si alza e sa che dovrà correre più forte del fantasma dell'assessore alle periferie») fa presente che «il piano è quinquennale, ora c'è la visione, il bilancio andrà fatto alla fine. Da settembre la giunta farà un tour in 40 quartieri per raccontare cosa si è fatto e si farà. Un assessore? La valutazione spetta al sindaco, c'è un lavoro di squadra». Basilio Rizzo (Milano in Comune) provoca: «L'ossessione per le periferie proclamata dal sindaco produca almeno un assessore. Doveva essere Gabriele Rabaiotti» che ha la delega ai Lavori pubblici.

A Bussolati fa «piacere che Colombo abbia rilanciato la proposta che feci un anno fa, sono convinto che un assessore ad hoc sarebbe un punto di riferimento utile, ma la giunta e il sindaco hanno tutta l'autonomia per scegliere le modalità più opportune per organizzare il lavoro. Il cambio di passo c'è stato».

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