«Più lavoro ai giovani Milano può rinascere»

Anche la figlia dell'ex assessore Martella nella «Lista Parisi» abbinata ad Albertini

Paola Martella ha 30 anni ed è candidata nella lista di Stefano Parisi. In casa ha sempre respirato politica. Suo padre, Giancarlo Martella, è stato assessore per nove anni a fianco dell'allora sindaco Gabriele Albertini.

La figura di Albertini ha giocato un ruolo importante nella tua scelta di scendere alla politica?

«Eccome. A 14 anni ho partecipato a un Consiglio comunale aperto ai ragazzi e ne sono rimasta affascinata. E ora ho l'onere e l'onore di essere abbinata al suo nome per le preferenze sulla scheda».

Una specie di tutore insomma.

«Gli ho anche fatto leggere la mia tesi di laurea in Comunicazione. L'ho scritta su Milano, città creativa e ho parlato di alcuni progetti per uno sviluppo sostenibile».

E sarà questo il tuo impegno in politica?

«Sì, vorrei che Milano esprimesse a fondo il suo potenziale».

Quali sono le priorità per la città?

«Ad esempio il lavoro. Sia per i giovani, che ora rimangono intrappolati nella logia degli stage. Sia per le donne che, una volta mamme, fanno fatica a conciliare i ruoli. E poi a Milano serve più sicurezza».

Che consiglio ti ha dato tuo padre?

«Mi ha detto di mettermi in gioco ma senza fingere chissà quali esperienze politiche, né millantare chissà che progetti. Ma fare ciò che so fare. E io so correre».

Sai correre? In che senso?

«Si, ho sempre corso. Ho corso per accudire i miei fratelli. Ho corso sulla sabbia (gioco a beach volley), ho corso tra stage e mille lavori. Ora corro per Parisi e per la mia città. Con grande energia».

Qual è il valore aggiunto di una lista civica?

«Può stimolare i professionisti a dedicare le loro competenze alla città. Io non mi sento rappresentata da nessun partito e so che tanti giovani hanno perso la fiducia nella politica. La lista civica mette in campo chi già ha un lavoro e non solo chi vive di politica».

E anche qui torna il modello

Albertini.

«Eh sì, anche lui fece così. Ho apprezzato molto la sua scelta, una volta sindaco, di firmare una lettera di dimissioni in bianco su cui aggiungere solo la data. Questo vuol dire essere a servizio della città».

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