Bisognerà insistere ancora con le vaccinazioni, anche se le somministrazioni hanno già toccato quota 20 milioni e spingere soprattutto sulle terze dosi. E nel 2022, in Lombardia, si inizieranno pure a misurare gli effetti della riforma sanitaria approvata a novembre. Il 40 per cento delle 218 Case di comunità che nasceranno sul territorio andranno realizzate entro la fine dell'anno - la prima è stata inaugurata a dicembre in via Rugabella - anche grazie alle risorse in arrivo dall'Europa. Sul fronte politico, invece, la partita non si esaurirà con la tornata di amministrative alle porte. Si vota a Lodi, Monza e Como, ma è troppo vicino il 2023 per non pensare alle Regionali. E oltre al Covid c'è un'altra emergenza da fronteggiare: l'aumento dei costi dell'energia sta diventando insostenibile per le aziende. Molte hanno deciso di fermarsi e di non ripartire, paradossalmente proprio ora che il sistema economico lombardo stava mostrando forti segnali di ripresa. Troppo alte le spese, meglio tenere chiusi gli impianti piuttosto che produrre in perdita. D'altronde, l'assessore allo Sviluppo economico Guido Guidesi l'ha ribadito più volte. Senza un «piano energetico nazionale» si rischia la «Lehman Brothers» del manifatturiero e di tutti i comparti ad alta intensità energetica. E gli imprenditori, disperati davanti alle bollette, chiedono al governo misure urgenti di calmieramento per le imprese energivore.
Ad ogni modo, il 2022 della Lombardia ripartirà ancora dalla sanità, innanzitutto con la lotta al virus. Ma anche con il potenziamento della rete territoriale con il rispetto del cronoprogramma per le case di comunità, il miglioramento delle liste di attesa e lo sviluppo delle attività di screening. Per il risanamento degli ospedali e per la loro messa in sicurezza, la Regione mette sul piatto un miliardo e 700 milioni di euro. Un altro miliardo e 200 milioni per la sanità lombarda è in arrivo dall'Europa con il Pnrr e poco meno della metà servirà a rafforzare le prestazioni erogate sul territorio, l'obiettivo principe della riforma della «legge Maroni» ora targata Letizia Moratti. La vice presidente lombarda, forte anche di una campagna vaccinale di successo - l'88 per cento della popolazione ha effettuato entrambe le dosi, un dato più alto della media nazionale - è uno dei profili più accreditati tra il centrodestra per le Regionali del 2023, insieme all'assessore Guidesi. Ma potrebbe toccare di nuovo ad Attilio Fontana e c'è chi fa i nomi pure dei ministri Massimo Garavaglia e Giancarlo Giorgetti. Ad ogni modo, come insegnano le comunali di quest'anno, il candidato va scelto per tempo. Il centrosinistra, per esempio, vuole trovarne uno entro l'estate del 2022. Si parla dell'economista Carlo Cottarelli e del sindaco di Brescia Emilio Del Bono. Il primo cittadino «ci sta pensando», con il suo mandato a Palazzo Loggia che scadrà proprio nel 2023. Se ne discuterà dopo il Quirinale. Intanto, fari puntati sulle amministrative del 2022: a Monza il sindaco Dario Allevi non ha ancora sciolto le riserve sulla sua ricandidatura. Tra le fila del Pd che alla fine potrebbe includere nel «campo largo» anche i grillini nonostante qualche attrito passato, i nomi che circolano sono quelli del giovane consigliere Marco Lamperti, del dirigente locale Domenico Guerriero e del direttore generale del Comune di Bergamo Michele Bertola. A Lodi la sfida sarà tra la sindaca uscente Sara Casanova per il centrodestra e il 24enne Andrea Furegato per il centrosinistra.
Scenari ancora da definire invece a Como: la riconferma di Mario Landriscina non è scontata, mentre il centrosinistra la sua mossa già l'ha fatta, candidando la consigliera comunale «civica» Barbara Minghetti. Non solo le urne. Dalla salute al Pnrr, dalla rigenerazione dei quartieri popolari, ai primi cantieri delle Olimpiadi del 2026: il futuro della Regione comincia da qui.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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