Perplessità diffuse, o aperta contrarietà. E almeno due pareri negativi già annunciati. Sono cinque i Municipi interessati al tema moschee, e quattro sono critici col piano delle attrezzature religiose definito dal Comune, che prevede quattro «sanatorie» presentate da altrettante comunità islamiche (Cascina Gobba, via Maderna, via Quaranta e via Gonin) nonché l'assegnazione tramite bando di altri spazi: in via Esterle, via Novara e via Marignano. Il piano dovrà passare dai Municipi. Un passaggio che non sarà indolore, a giudicare da quanto anticipano i presidenti.
Perplesso Sandro Bramati, presidente di Zona 5. «Io - premette - sono per il rispetto dei dettami costituzionali, ma al di là del contenuto il problema è che l'amministrazione deve decidere quali sono gli interlocutori che vuole accreditare. Un piano fatto così, per sanare irregolarità, fa sollevare delle perplessità. Intanto alcune comunità, come quella somala o senegalese, vengono escluse». Il tema dell'interlocutore è centrale. «Sul vecchio piano - fa notare Bramati, esponente di Milano popolare - più che le barricate ideologiche sono le denunce in Comune di Matteo Forte che hanno inciso». Bramati cita le liste anti-terrorismo. E la contraddizione si ripete: in Germania l'associazione islamica turca Milli Gorus è stata (di nuovo) inserita nella «black list» governativa dell'antiterrorismo; a Milano ha ottenuto la messa a norma della moschea di via Maderna. Il presidente di Zona 4 Paolo Bassi (Lega) dice no al piano comunale. Intanto per ragioni di metodo («neanche una telefonata ai Municipi»). Poi di merito. E parte da via Marignano: «Con tutti i problemi che ci sono nel quartiere, hai uno spazio pubblico e fai una moschea? Noi saremo il megafono della cittadinanza» annuncia. E faremo il possibile per fare in modo che la gente possa esprimersi». Un modo per evocare il referendum, che fra l'altro era nella prima versione del contratto di governo Lega-5 Stelle. «Bisogna studiare se è uno strumento praticabile» dice Bassi, che non nasconde la sua ostilità: «Verifichiamo se la popolazione è favorevole, le moschee non sono solo un luogo di culto, sono un luogo politico, e ci sono casi in cui la convivenza si è dimostrata difficile se non impossibile». In Zona 4 resta anche, e non viene sanata, la realtà di via Cosenza. «Parere negativo» senza dubbi per il presidente Samuele Piscina (Lega): «Il Municipio 2 - ha annunciato - non condivide l'iniziativa e presterà molta attenzione al rispetto delle normative». Piscina promette «ogni azione possibile per scongiurare l'ipotesi di una moschea nel nostro territorio, senza alcuna garanzia di sicurezza dei cittadini in un momento storico nel quale perdura il terrorismo islamico». E intanto chiede i sigilli anche per via Cavalcanti. «Parere negativo motivato» anche nel Municipio 7. «Una proposta lunare» dice il presidente Marco Bestetti a proposito di via Novara.
E intanto pensa alla possibilità di assemblee itineranti e indica ragioni molto pratiche per spiegare il suo «no». «Ragioni logistiche, di mobilità e trasportistiche, in un quartiere che già lamenta un'invasione di auto alla domenica».AlGia
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