Piano periferie Lega e M5S «bloccano» la mozione Pd

Chiara Campo

Una «mozione urgente» non firmata e rispedita al mittente. Per far inserire una discussione non prevista nel calendario del consiglio comunale occorre la firma di tutti i gruppi e Lega e Movimento 5 Stelle non hanno ritenuto che il testo depositato ieri dal Pd avesse i requisiti. I Democratici volevano «manifestare al governo e ai parlamentari lombardi la assoluta contrarietà del Comune al provvedimento contenuto nel decreto Milleproroghe che dispone il differimento al 2020» dei fondi destinati ai Comuni secondo il Piano Periferie dell'ex governo Gentiloni. Nel caso di Milano si tratta di 18 milioni destinati al quartiere Adriano. A inizio agosto il Senato aveva approvato all'unanimità l'emendamento che rinviava al 2020 i fondi ai Comuni che non hanno ancora approvato i progetti esecutivi. Pd e Forza Italia hanno poi ammesso l'errore e rivisto la posizione, il Milleproroghe oggi approderà in Parlamento e sono pronti emendamenti per riconfermare il vecchio Piano. «É gravissimo - accusa il capogruppo Pd Filippo Barberis - che Lega e M5S scelgano di chinare il capo per ragioni politiche al governo nazionale». Il grillino Gianluca Corrado ribatte che «il bando Periferie era incostituzionale, i fondi vengono erogati subito solo a chi ha già completato l'iter dei progetti, se la giunta Sala non fosse in ritardo non avrebbe problemi. La mozione è un atto di propaganda». Sulla stessa linea il leghista Alessandro Morelli.

La deputata Fi Mariastella Gelmini conferma l'intenzione di rivedere il voto del Senato perchè «occorre tutelare i Comuni e le periferie ci aspettiamo che su questo il governo faccia retromarcia. Pare che vogliano mettere la fiducia al Milleproroghe e questo complicherebbe la nostra possibilità di discutere». Oggi il responso.

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