Piano del territorio, esame rinviato a dopo le Regionali

IL MALCONTENTO La linea di Masseroli piace in area Cl ma alcuni meccanismi non convincono del tutto i privati

Atmosfera tesa al vertice di casa Moratti sulle vicende dell’urbanistica. Tempi e modi del Pgt (il piano generale del territorio) proposti dal sindaco, Letizia Moratti, e dall’assessore all’Urbanistica, Carlo Masseroli, per il passaggio del documento in giunta e in consiglio comunale non convincono la maggioranza. Parecchie le perplessità, legate soprattutto all’avvicinarsi delle elezioni regionali, per cui il passaggio in aula del Pgt risentirebbe inevitabilmente del clima elettorale, non il più favorevole ad affrontare una questione tanto delicata e complessa.
Alla fine è probabile che il Pgt slitti a dopo le elezioni. Per il momento è stato ufficializzato un rinvio di dieci o quindici giorni, concordato tra l’assessore comunale, Masseroli, e l’assessore provinciale, Fabio Altinonante. Calendario alla mano, però, i tempi già stretti per arrivare all’approvazione entro marzo diventano impraticabili.
Sul Pgt, che piace soprattutto all’area ciellina del Pdl, pesano le perplessità della gran parte degli operatori, oltre che problemi di sovrapposizione di aree (dentro e fuori dei confini di Milano) con il piano provinciale del territorio e i piani di cintura. L’impressione generale è che il caso Ligresti (sul quale Palazzo Marino è ancora al lavoro) sia solo la punta dell’iceberg di un malcontento più generale dei privati.

Sotto osservazione è il sistema della perequazione, che istituisce un mercato delle aree (edificabili e no) ritenuto incerto e difficile da tradurre nei bilanci. Un rinvio a dopo il voto sarebbe utile anche agli operatori per valutare meglio le ripercussioni del Pgt e studiare le mosse future.

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