Cronaca locale

In piazza per disperazione e stangati con le multe

La Digos sanziona i ristoratori all'Arco della Pace che manifestano per chiedere aiuto: "Così falliamo"

In piazza per disperazione e stangati con le multe

In piazza disperati, perché lasciati soli ad affrontare una crisi che promette di far fallire un quinto di loro. E stangati a colpi di multe da 400 euro per aver violato il divieto di assembramento. I ristoratori ieri hanno promosso un flash mob all'Arco della Pace, con le sedie vuote come simbolo delle attività senza futuro. A un certo punto è arrivata la Digos, che ha staccato i verbali. Su un totale di 20-30 partecipanti alla manifestazioni ne sono stati sanzionati circa 15. Non solo i titolari ma anche i loro dipendenti, che venuti per difendere il proprio lavoro si sono ritrovati con una multa che è un macigno per chi guadagna 1.400 euro al mese. Alcuni di loro sono scoppiati in lacrime davanti ai cronisti e alle telecamere.

Il 20 per cento degli esercizi commerciali milanesi non avrà la forza di riaprire il primo giugno. Da qui il flash mob, partito di prima mattina e andato avanti per cinque ore. «Non lavoriamo, ma continuiamo a pagare tasse a affitti - sottolinea Paolo Polli, tra gli organizzatori dell'iniziativa, anche lui multato -. Questo per noi è un bagno di sangue. Nessuno ha fatto nulla per la nostra categoria». Le multe hanno infierito sulla disperazione. I commercianti, inizialmente pochi ma poi con il passaparola molti di più, erano ben distanziati tra loro e avevano tutti la mascherina. All'arrivo delle sanzioni è scoppiata la rabbia, molti hanno protestato animatamente. «Un intervento inevitabile - viene spiegato dalla Questura -. La norma che vieta gli assembramenti esiste e non possiamo fare altro che farla rispettate. È ciò che succede con tutti, senza differenze. Dai centri sociali il 25 Aprile fino ai gilet gialli che si sono ritrovati in piazza Duomo qualche giorno fa». In serata il questore Sergio Bracco ha voluto incontrare i promotori della manifestazione. Un dialogo «cordiale», con i ristoratori che «hanno riconosciuto che la situazione gli è un po' sfuggita di mano perché è accorsa tanta gente».

Politicamente l'episodio ha scatenato polemiche aspre. «Quello che è successo a Milano, con i commercianti multati per aver manifestato - interviene il deputato leghista Alessandro Morelli -, ci fa pensare che le norme di Conte ci hanno infilato nello Stato di polizia. In Italia identifichiamo e multiamo chi come i commercianti protesta civilmente perché vicino al fallimento, rispettando la distanza sociale. Il governo Conte ha perso di vista i diritti dei cittadini e siamo al paradosso se proprio le categorie più colpite economicamente debbano pagare multe di centinaia di euro: se un'azienda non muore per l'emergenza il governo l'ammazza di multe». Così Gianmarco Senna (Lega), presidente della commissione Attività produttive della Regione: «Commercianti disperati multati a Milano, per ordine dello stesso governo che spalanca i porti ai clandestini e ha permesso le manifestazioni di sinistra il 25 Aprile. Conte, 5Stelle e Pd si fermino. Anziché gli aiuti, per i cittadini perbene arrivano le stangate». Matteo Salvini, dopo che il sindaco Giuseppe Sala ha sottolineato che le multe non sono arrivate dalla polizia locale, dichiara: «Ai commercianti milanesi puniti interessa poco se le incredibili multe da 400 euro arrivino dal Comune o dallo Stato, a loro interessa solo poter lavorare in sicurezza. Sarebbe utile quindi che il sindaco del Pd chiamasse i suoi ministri del Pd per chieder loro di non massacrare cittadini onesti e rispettosi, a Milano e in tutta Italia». Il capogruppo di Fi alla Camera, Mariastella Gelmini, esprime solidarietà agli esercenti: «Non si può multare la disperazione di chi vuole solo poter lavorare. Ai cittadini multati offriremo assistenza legale per ricorrere contro le sanzioni». L'assessore comunale all'Urbanistica Pierfrancesco Maran liquida così la questione: «Non si possono fare assembramenti: non lo sapevano? Hanno fatto una scelta e ne traggano le conseguenze».

Per l'eurodeputato di Fdi Carlo Fidanza, Maran «dovrebbe vergognarsi».

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