Picchiato a sangue per l'incasso: è grave il proprietario di un bar

Picchiato a sangue per l'incasso: è grave il proprietario di un bar

Se il 73enne rapinato della bicicletta e picchiato sul ponte di via Farini in pieno giorno ieri stava meglio e sembra non corra più pericolo di vita (tuttavia la prognosi, nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale Niguarda, resta riservata) lo stesso non si può dire della città, di Milano. Dove le aggressioni di ogni genere sembrano moltiplicarsi. Mercoledì notte una coppia di baristi cinesi, marito e moglie, sono finiti all'ospedale e lui ora è ricoverato in gravi condizioni. Intorno all'una, infatti i due - lui 49enne, lei di tre anni più giovane - sono stati pestati a sangue, e in seguito rapinati di 1500 euro contenuti nei videopoker del locale e di due telefonini, per aver «osato» chiedere a tre clienti dell'Est Europa di lasciare il locale visto che era giunta l'ora di chiusura. Le vittime sono regolari sul territorio da anni. I clienti del loro bar, «La luna piena», in viale Monza 325 ne parlano come persone perbene. «Che li abbiano picchiati a quel modo fa impressione» ci dicono. L'uomo, infatti, ha lesioni alla testa e all'addome. Ed è ricoverato in gravi condizioni alla clinica Santa Rita.
Negli ultimi 12 mesi, nonostante le cifre ufficiali dei reati in calo, Milano sta vivendo un'escalation di violenza che non si può nascondere. Partiamo dal 2011 e citiamo solo i casi più eclatanti. Il 25 luglio un pensionato italiano di 71 anni inseguì in auto, quindi investì più volte e uccise un 35enne in scooter, padre di famiglia, con il quale aveva discusso poco prima a un semaforo, in zona Loreto. L'omicida venne condannato a 16 anni. Meno di venti giorni più tardi, il 13 agosto, in zona Mecenate, un 34enne libanese residente a Como venne investito e trascinato deliberatamente per 50 metri da un 36enne italiano di Muggiò, dopo una lite per un sorpasso. Il libanese non si è più ripreso dal coma; il suo investitore è in carcere.
Il 2012 non è certo iniziato meglio. Solo in città i dati parlano di una violenza sessuale ogni 3 giorni, passando dai palpeggiamenti in metropolitana allo stupro di gruppo nel parco fino all'abuso di una 13enne nell'androne di un palazzo del centro. Senza contare l'aumento delle denunce di stalking. Si è formato un pool contro i reati che colpiscono le donne. Ma funziona? Emblematica, in questo senso, la vicenda di Antonia Bianco, la 43enne uccisa il 13 febbraio scorso dal padre del figlio minore, per strada, a S. Giuliano.

Il 26 giugno, in tribunale a Milano, c'è stata l'udienza per la prima delle denunce di stalking presentata nel 2009 dalla donna contro il suo futuro assassino. Peccato che lei, la «parte lesa», fosse morta da oltre 4 mesi.

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