Pioggia di fischi a sinistra Gli operai licenziano il Pd

Il capolista al Senato Massimo Mucchetti violentemente contestato dall'assemblea dei lavoratori della Fiom, fischi anche per il magistrato rosso e barricadero Antonio Ingroia, mentre l'annunciata presenza del candidato del centrosinistra alla Regione Umberto Ambrosoli salta precipitosamente all'ultimo momento. Nessun problema, invece, per il sindaco Giuliano Pisapia evidentemente a suo agio nella platea rossa. L'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, quello che disciplina i licenziamenti, resta una ferita aperta nel cuore della sinistra. E così anche ieri con un'imponente protesta gli operai hanno licenziato il Pd, togliendo la parola all'ex vice direttore del Corriere della Sera. Un esponente illustre della politica economica del partito di Pierluigi Bersani che ancora una volta si renderà conto della difficoltà di far convivere con il radicalismo di Nichi Vendola e le organizzazioni sindacali più hard l'anima liberal tipo Mucchetti o l'ormai ex Pietro Ichino, ingaggiati per far digerire le bandiere rosse all'elettorato moderato.
Un'alchimia che anche ieri è risultata irrealizzabile quando al teatro Carcano proprio Mucchetti è salito sul palco di un'assemblea della Fiom. Poche parole e subito i fischi di una durissima contestazione giusto mentre parlava di articolo 18. Un fatto che il segretario generale Maurizio Landini, costretto a intervenire per mettere un argine alla protesta, ha definito «normale per un'assemblea di fabbrica dei metalmeccanici». Impossibile per Mucchetti finire di spiegare che «sull'articolo 18 la posizione del Pd è che va lasciato così com'è». Perché «il partito ha un suo programma e non porta avanti le richieste di una categoria piuttosto che di un'altra». Non solo. Perché «il Pd non è portavoce di nessuno e credo che con la Fiom ci sia sintonia su un punto essenziale, il recupero della politica industriale che in questo Paese è stata abbandonata da vent'anni». Quanto all'articolo 18, Mucchetti ha spiegato ai giornalisti quello che non ha potuto dire agli operai. «La posizione del Pd è che la legge Fornero va rivista in diversi aspetti, ma non su questo, lasciamolo stare sia da destra che da sinistra». Con Landini che al termine dell'assemblea ha cercato di minimizzare, spiegando che «i metalmeccanici sono gente abituata a discutere e a votare. E nessuno gliela racconta».
Duro l'attacco di Gabriele Albertini all'assenza di Ambrosoli.

«Non è che forse la compagnia Landini/Vendola/Ingroia imbarazzi un po' il leader del gioioso truck da guerra? La foto rischiava di venire male? Oppure i sei punti programmatici dettati dalla Fiom lo imbarazzano? Se queste sono le premesse, allora l'eventuale giunta Ambrosoli rischia di non arrivare neanche all'apertura delle scuole».

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