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Alla piramide di Feltrinelli l'omaggio a «re» Cassina

Il nuovo polo di Porta Nuova ospita un grande evento che celebra i 90 anni dell'azienda che ha ispirato i big

Pamela Dell'Orto

È il nuovo polo cultural-tecnologico di Milano. E in questi giorni, grazie a Cassina si è trasformato in un piccolo gioiello del design, e in una meta obbligata per tutti: architetti, designer e soprattutto per i milanesi che vogliono vedere cosa c'è di nuovo in città. Siamo in viale Pasubio, alla Fondazione Feltrinelli, l'edificio ultra avveniristico in vetro inaugurato a fine dicembre, quello che tutti conoscono per la nuova frequentatissima libreria con caffè, ma che ospita anche (e soprattutto) un centro di ricerca multidisciplinare, un immenso archivio (libri, periodici, documenti, tutti consultabili), una biblioteca e molto altro.

Ora, grazie a Cassina, che per la prima volta ha lasciato la Fiera per festeggiare qui i suoi primi 90 anni, diventa uno dei luoghi imperdibili del Fuorisalone. E questa non è «una semplice location», ma «una scelta accurata per l'impegno intellettuale, culturale e creativo della Fondazione, sempre attiva nella ricerca di idee e soluzioni per costruire futuri possibili». Dietro l'allestimento, che «è molto discreto per non disturbare la vita della Fondazione, e rispettare l'architettura dell'edificio», c'è infatti la mano magica del direttore artistico Patricia Urquiola.

Il progetto, ribattezzato «Cassina 9.0», è curato dalla designer che si è ispirata al volume «This will be The Place», voluto dall'azienda per celebrare i 90 anni in modo non convenzionale. Fra interviste e gallerie fotografiche delle case dell'universo Cassina, documenta come i nostri comportamenti sociali cambiano gli interni, e celebra la casa del futuro: una casa «fluida» senza confini, in cui la vita grazie a tablet e smartphone diventa sempre più «orizzontale», con un desiderio: quello di tornare a riavvicinarsi alla natura.

Il percorso inizia al primo piano (dove di solito c'è una sala polifunzionale per mostre e performance), e la buona notizia è che tutti potranno capire l'installazione, perché a chi entra viene subito data una guida. Ci si trova davanti a un «muro di rottura» che crea due zone: una rosa in cui si esplorano le parti della casa del futuro, e una verde con la riproduzione del grande divano-isola «La Barca» di Piero De Martini (1975) che ci invita a condividere uno spazio fluido. Di qui ci si tuffa nei collage dell'artista Martti Kalliala con un'esperienza virtuale.

E poi tutti al quinto piano, dove si entra in un mini rifugio di montagna «portatile» e ultramoderno, disegnato da Charlotte Perriand e Pierre Jeanneret nel 1938: un classico che Cassina da anni porta giro per il mondo, e che rispecchia la voglia di tornare alla natura. Dulcis in fundo, si arriva alla grande e spettacolare sala lettura nel «sottotetto» della Fondazione, riarredata con i nuovi divani Soft Props di Konstantin Grcic.

Dopo l'orario di chiusura i divani si uniscono (ancora fino a oggi dalle 19 alle 23) e lo spazio vive una nuova vita. Così ci si sente catapultati nell'era del «Bed Time», l'epoca della «vita orizzontale» e del letto, l'arredo più importante del nostro secolo.

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