Pisapia arriva da sindaco ma s'inventa capo partito

A Bologna il «tortellino avvelenato»: dal testamento biologico ai diritti gay detta la linea alla sinistra di governo

Pisapia arriva da sindaco ma s'inventa capo partito

Lui dice di no, ma intanto lo fa. Il sindaco Giuliano Pisapia continua la sua ascesa come leader nazionale della sinistra e detta l'agenda ai parlamentari d'area e non solo.

La sua partecipazione ieri alla festa de l'Unità a Bologna è stata l'occasione per negare di voler essere il capo di una «cosa rossa», stabilendone però i principi chiave e le prossime mosse per il futuro: «Non ho intenzione di avere un ruolo nazionale, devo vincere le sfide di Milano come l'Expo, che potrebbe essere il primo grande evento del dopo crisi - ha iniziato - non posso però non dire che abbiamo un governo che è stato in parte anche costretto a dialogare con il centrodestra con una mancanza assoluta di sguardi a sinistra: allora perché non ricominciare a parlare e fare qualcosa sui temi di sinistra, come abbiamo fatto noi a Milano sul registro delle unioni civili, la lotta contro la pubblicità sessista e il testamento biologico? Anche perché non costano niente, ma sono beni preziosi». Il primo cittadino insomma non vuole fare il leader nazionale, ma detta i temi su cui concentrarsi agli amministratori locali. E non si accontenta ma detta la linea anche ai parlamentari delle tre formazioni politiche di centrosinistra presenti a Bologna, Sel, Pd e Led. «Perchè i parlamentari di centr...di sinistra - si corregge in corsa il sindaco - e del Pd non presentano una proposta di legge sui diritti civili insieme?».

Bruno Tabacci, suo ex assessore al Bilancio e con lui sul palco, raccoglie subito l'invito ricordando più volte che è stato «nella giunta con Giuliano», e aggiungendo l'idea di un documento analogo, ma sulla semplificazione normativa. Spunto subito raccolto da Pisapia: «Credo che se Renzi viene sconfitto è una sconfitta di tutti, uno può non condividere, ma dobbiamo andare avanti così. Però ci deve essere un'attenzione anche verso chi pur non ritrovandosi nel Pd è disposto ad appoggiare questa scommessa e che ci sia uno sguardo non solo al centrodestra - insiste -, vorrei che ci fosse ogni tanto uno sguardo anche sinistra. E un governo con un piano per 1000 giorni non può andare avanti con decreti legge. Ma credo che questa sera sono venute fuori due proposte interessanti una sui diritti civili e una sulla semplificazione, quindi faccio un invito: andiamo avanti anche su questi temi e oltre a dire qualcosa di sinistra, si farà qualcosa di sinistra».

La chiusura dell'intervento con la parafrasi della celebre frasi di Nanni Moretti («D'Alema dì qualcosa si sinistra») rende ancora meglio l'idea del nuovo ruolo di Pisapia: simile a Renzi durante il governo Letta. Dal territorio dove è primo cittadino lancia idee, insistendo su messaggi che ricordano l' #enricostaisereno , ma intanto si comporta da leader: dà la linea a amministratori locali e parlamentari e insiste sul «fare» invece che sul dire.

Casualmente proprio sull'«annunciteA di Renzi sono arrivare le prime contestazioni al premier. Ora Pisapia si propone come capo «di sinistra» e del «fare». Pronto al grande balzo se Expo 2015 sarà un successo, o almeno non un disastro. Perché l'avvocato milanese resta un ambizioso.

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