Per Roberto Maroni serve una «ricetta choc». Un segnale «forte e chiaro» a Roma per dire stop alla pressione fiscale del governo tecnico, che ha «solo aumentato le tasse senza diminuire la spesa pubblica». I Comuni «disdicano il contratto con Equitalia, affidando il compito a un altro ente o gestendo in proprio il servizio di riscossione delle imposte. Se lo facessero tutti si risparmierebbe e lanceremmo un messaggio forte al governo». Il triumviro del Carroccio lancerà la proposta durante il «Lega Unita Day» il primo maggio a Zanica, ma ieri l’ha anticipata a Palazzo Marino davanti al sindaco Giuliano Pisapia, il presidente designato di Confindustria Giorgio Squinzi e tanti amministratori lombardi. E Pisapia fa asse, «Equitalia ne ha fatte troppe, è una strada giusta e da studiare», anche se non nasconde che «in una grande città come Milano può essere difficile estenderla». Sollecita i piccoli comuni, «cominciate voi che avete meno problemi». La rivolta contro la società di riscossione pubblica (è partecipata al 51% dall’Agenzia delle entrate e al 49% dall’Inps), criticata da molti per la lentezza amministrativa che fa impennare gli interessi o la facilità di pignoramento, dal basso è già partita. Calalzo di Cadore, nel bellunese, se ne è sbarazzata un anno fa («adottava metodi da sceriffo di Nottingham » spiega il sindaco Luca De Carlo). Morazzone, in provincia di Varese, ha appena approvato in aula la disdetta del contratto. Dal 2012 Vigevano, 65mila abitanti, ha affidato l’appalto a un’altra società: «Avevamo multe inevase per 8 milioni da anni» spiega il vicesindaco lumbard Andrea Ceffa.
Tra Lega e Pisapia nasce un’intesa contro il governo Monti e l’Imu sulla prima casa. «Ero e sono sempre più convinto che era un governo di cui avevamo bisogno, ma per pochi mesi» afferma il sindaco. Ma se il leader dei Barbari sognati lancerà martedì (anche) la «rivolta fiscale» contro la «patrimoniale sulla casa» («daremo ai sindaci gli strumenti per tutelare i cittadini che non versano l’Imu» anticipa Maroni), per Pisapia «sarà già un segnale forte» la manifestazione dell’Anci il 24 maggio a Venezia. E «se lo Stato proseguirà sulla strada che ci trasformerebbe in esattori, faremo ricorso alla Corte costituzionale. Se gran parte dei fondi Imu andranno a Roma, ci metta la faccia». Dunque «no alla rivolta fiscale, ma piuttosto una lotta per la giustizia fiscale». E Pisapia puntualizza che con il movimento padano «le posizioni su gran parte dei temi e sulla visione del futuro sono totalmente differenti» ma «se ci sono battaglie giuste, possibilità di unità di azione, è dovere di un amministratore perseguirla». Anche il capogruppo della Lega Matteo Salvini avverte, «se Pisapia ci segue nella battaglia contro la “rapina“ del governo che ci imporrebbe di prelevare 800 milioni di euro dalla prima casa per versarli nel calderone romano, avrà il nostro sostegno. Se alza Imu o altre tasse faremo le barricate in aula».
Il Pdl Carlo Masseroli definisce «curiose, poco credibili e demagogiche» le dichiarazioni del sindaco, «sfilerò con lui il giorno in cui dichiarerà niente Imu sulla prima casa. E con Agenzia delle entrate firmava accordi di tutt’altra natura qualche settimana fa».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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