Chi sale e chi scende. Mancherà anche più di un anno all'elezione del sindaco, ma è chiaro che la campagna elettorale è già partita. A guidar le danze è Giuliano Pisapia , alla cui decisione se ricandidarsi o meno è legato tutto lo scacchiere. Già noti, nonostante le smentite, i viaggi a Roma con cui avrebbe chiesto al Pd una ricollocazione (magari come ministro) e il «no» più che del premier Matteo Renzi di Lorenzo Guerini che da vicesegretario del Pd forse aspira a una carica prima di lui. Ma una partita che ora si riapre, perché la nomina a presidente della Repubblica di Sergio Mattarella lascia libero un posto da giudice della Corte costituzionale che non dispiacerebbe affatto a Pisapia. L'unico intoppo sarebbe l'Expo a Milano, ma i tempi lunghi della Consulta potrebbero consentire al sindaco di aprirla e chiuderla. Tutt'altro che definitivo, invece, il passo indietro del ministro ncd Maurizio Lupi che, pur affermando di aver più cara la «responsabilità del governo», resta in corsa. Da chiarire c'è la collocazione degli «alfaniani», tanto per capire se Lupi correrà con il centrodestra o con il Pd, dopo che la sua candidatura sembra essere entrata nella trattativa di Renzi per convincere Angelino Alfano a votare Mattarella. Senza però escludere gli sforzi dello stesso Alfano per ricucire con Silvio Berlusconi . Alchimie romane.
Due le interviste rivelatrici dei lavori in corso, a cominciare da quella ad Avvenire del commissario Expo Giuseppe Sala che, pur escludendo una sua disponibilità, rientra di fatto nella rosa dei papabili avendoglielo chiesto sia personalmente Berlusconi che il Pd. Al veleno quella concessa a Repubblica dal senatore (dopo qualche giravolta ritrovatosi alfaniano) Gabriele Albertini , per dire che «con il centrodestra in queste condizioni nel 2016 vincerebbe anche il cuoco di Pisapia». Secca ieri la replica ieri alla bouvette della Regione di chi ha condiviso i suoi due mandati da sindaco: «Fosse stato un po' più tranquillo, oggi Albertini sarebbe il nostro candidato e il centrodestra potrebbe amministrare Milano per altri dieci anni». Non è andata così. Da Arcore per ora le indicazioni sono quelle classiche di Fedele Confalonieri e Carluccio Sangalli , ma par di capire che Berlusconi non abbia ancora messo mano al dossier. Su di lui sono in molti a contare per pescare dalla società civile un jolly modello Albertini 1997. Salgono le quotazioni del magistrato Stefano Dambruoso oggi questore alla Camera in quota Monti che piace sia a Forza Italia che a Fratelli d'Italia, ma è già in pista con «Milano merita» il sottosegretario Giulio Gallera che ha già dato buona prova nella tonnara delle campagne elettorali. Più coperta ma molto quotata la coordinatrice azzurra Mariastella Gelmini .
Intricata anche la partita di Matteo Salvini dopo aver detto che di escludere per questo «listoni unici, marmellate, frittate». Con i sondaggi in poppa il suo ruolo sarà quello di candidato premier e non certo sindaco. E sembra proibitivo trovare a Milano una sua controfigura. Detto dell'attesa a sinistra per i tentennamenti di Pisapia, scalpitano la sua vice Ada Lucia De Cesaris e gli assessori Pierfrancesco Majorino e Pierfrancesco Maran .
Forte la candidatura di Emanuele Fiano , ma la vera outsider sarà Lia Quartapelle . Giovane, donna, renziana della prima ora, deputata e in corsa per un posto da ministro degli Esteri soffiatole all'ultimo momento dall'ex dc (tanto per cambiare) Paolo Gentiloni . È lei la vera favorita.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.