Pisapia getta la maschera e dice sì alle adozioni per le coppie omosessuali

Pisapia getta la maschera e dice sì alle adozioni per le coppie omosessuali

«Sono d'accordo con la possibilità di far adottare dei figli anche alle coppie omosessuali». Giù la maschera. Agnello in campagna elettorale per raccattare i voti dei cattolici indispensabili per conquistare una città da sempre moderata come Milano, l'avvocato ultrarosso Giuliano Pisapia è ora costretto a farsi lupo per pagare anche il debito con la sinistra più laica ed estrema che gli è stata altrettanto necessaria per diventare sindaco. E così dopo mesi di infingimenti e mezze verità, ecco il vero programma dei nuovi padroni di Palazzo Marino dopo lustri di amministrazioni di centrodestra che potranno aver avuto tanti difetti, ma mai hanno messo in dubbio valori e tradizione. Così come ha fatto ieri Pisapia, protagonista di un outing che così outing era difficile anche immaginarselo. «Meglio avere dei genitori, anche se omosessuali piuttosto che non averne affatto», ha aggiunto sul palco di Vasto a fianco di Nichi Vendola e davanti ai dipietristi dell'Idv. E lì è rispuntata la sua vena da principe del foro, l'artifizio dialettico per intorbidare da buon sofista acque già di per loro abbastanza opache. Perché non c'è dubbio che un ragazzino stia meglio in una famiglia che in un orfanotrofio. Ma in una famiglia appunto, lì dove ci siano un papà e una mamma e non due papà o due mamme. Così come ha detto l'attore Rupert Everett, un gay dichiarato: «Non riesco a pensare niente di peggio che essere cresciuto da due papà». O così come ha cominciato a dubitare perfino un'icona del mondo omosessuale come Elton John riflettendo sul futuro e l'educazione del figlio Zachary, avuto grazie alla «maternità surrogata» (e a pagamento) di una donna statunitense e oggi condiviso con il compagno David Furnish. «A scuola - riflette oggi la rockstar - gli altri bambini gli diranno: “Tu non hai una mamma!”». E se questo succederà nell'asilo ultra chic del piccolo Zachary, c'è da chiedersi cosa potrebbe succedere in quelli di un qualunque quartiere milanese.
Punti di vista, si dirà. Anche se proprio in questi giorni sia papa Benedetto XVI che l'arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola hanno invitato i politici a non transigere sulla difesa della famiglia tradizionale. Ma la lotta «sui diritti civili» deve andare avanti, ha ribattuto l'assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino. La dimostrazione che tutto il gran cinema messo in piedi introducendo a Milano il registro delle coppie di fatto perché così il fidanzato (o la fidanzata) omosessuale avrebbe finalmente potuto assistere in ospedale il compagno malato, in realtà celava ben altro. Un primo passo verso il matrimonio gay e in una prospettiva non troppo remota l'adozione.

Roba da far venire i brividi ai cattolici che della giunta Pisapia e della sua maggioranza in consiglio costituiscono una componente decisiva, a cominciare dal vicesindaco Maria Grazia guida e dal vicepresidente del consiglio Andrea Fanzago, per i prossimi tre anni e mezzo di navigazione. Nei quali i milanesi si aspettano da Pisapia interventi un po' più incisivi sulla vita quotidiana che non l'adozione omosex.

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