Pisapia sfida Renzi «Non distruggerà il modello Milano»

Stoccate al Pd e minacce velate di liste di sinistra come in Puglia Intanto seduti in prima fila sgomitano alcuni possibili candidati

Pisapia sfida Renzi «Non distruggerà il modello Milano»

«Qualcuno a Roma crede che la nuova realtà politica milanese vada sconfitta e non più replicata. Più che un dubbio è una certezza». Il nemico di quel qualcuno sarebbe l'alleanza tra Pd, Sel, sinistra radicale e movimento arancione al governo della città. Giuliano Pisapia non ha bisogno di citare Matteo Renzi: a domanda secca la sua espressione è inequivocabile. Il sindaco ieri è salito sul palco con Nichi Vendola alla versione milanese dello «Human Factor», un laboratorio di idee per costruire il dopo-Sel. Un obiettivo che in Puglia si è già concretizzato in un simbolo: «Noi a Sinistra per la Puglia» che riunisce gli ex vendoliani, movimenti civici e «politici che hanno rinunciato alla tessera del Pd» avverte Vendola. Un'esperienza che più in là nel dibattito viene riportata ad esempio anche da Pisapia. La caccia ai non renziani )forse= è partita. In sala ci sono gli assessori di Sel in giunta (Daniela Benelli e Cristina Tajani) ma anche Pierfrancesco Majorino, un civatiano che scalpita per la poltrona di Palazzo Marino, il vicesindaco Ada Lucia De Cesaris, Chiara Bisconti. Pisapia è convinto che «la maggior parte del Pd, e sicuramente quello milanese, vuole ripresentarsi nel 2016 con questa coalizione». Vendola affonda a più riprese sulla necessità d un «superamento del renzismo», sul «mutamento genetico del Pd» culminato con «il partito della nazione, l'alleanza di governo col centrodestra». Perla del decreto economico finanziario come frutto di «un esorcismo» e smonta gli spot renziani («la ripresa economica non c'è stata»). Pisapia ammorbidisce i toni, «Renzi non è un nemico da combattere» ma «non possiamo accettare che Milano possa essere fagocitata da qualcuno a livello nazionale perché è un'esperienza fondamentale, che a qualcuno non piace». Non so, premette, «se Renzi veda strategicamente un'alleanza con Ncd anche a livello locale, se fosse così Milano come Genova sarebbe una realtà da distruggere». Se è solo necessaria ad avere la maggioranza parlamentare «allora bisogna chiedergli di guardare anche a sinistra ogni tanto». Ma in vista del 2016 insiste: «Io non guardo a Renzi, guarda al Pd come nostro principale alleato per cambiare il Paese», non crede come Vendola che «il mutamento genetico ci sia già, anzi, è per frenarlo che bisogna lanciare dei ponti, fare alleanze a livello politico, creare una casa comune per avere largo consenso, e non un partito del 4% che può avere una funzione solo di testimonianza». Cita come esempio «disastroso» la sinistra arcobaleno» mentre il percorso «iniziato con lo Human factor può essere vincente». Ma è quello che ha portato, appunto, ad un simbolo alternativo al Pd in Puglia, e con dentro esponenti della minoranza dem.

Sia Pisapia che Vendola insistono sulla medesima coalizione per ri-conquistare Palazzo Marino(«il Pd non può pensare di replicare la vittoria di Pisapia clonando a Milano la formula di governo con un pezzo di centrodestra, liberandosi dell'alleanza ingombrante di Sel) e sulla scelta del candidato con le primarie». Secondo Pisapia non «sarà Matteo Salvini il candidato del centrodestra, e ormai va nei quartieri con la Digos».

Vendola lo definisce «un cagnolino da salotto per ogni talk show». Il coordinatore leghista Igor Iezzi replica: «Pisapia dovrebbe condannare i centri sociali, viene da pensare che sia il mandante degli aggressori di Salvini».

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