La lettera-appello è partita ieri, firmata da «Campo progressista Lombardia» (il movimento di Giuliano Pisapia) e diretta a Sinistra Italiana, Liberi e Uguali e Possibile (le varie sigle della diaspora post comunista e post Pd, che si riconoscono in Pietro Grasso, Nicola Fratoianni e Pippo Civati).
Il succo del messaggio è questo: «Ci rivolgiamo a voi per chiedervi di partecipare insieme e da subito alla costruzione di un progetto, a sostegno di Giorgio Gori, progressista, laico, ambientalista, civico e di sinistra che sappia rappresentare e dare voce alle istanze alternative che sono presenti nel territorio».
Premessa è che oggi la sinistra corre divisa verso il voto, in Lombardia come in Italia. Alle Politiche l'ingombrante figura di Matteo Renzi esclude ogni altra ipotesi. In vista delle Regionali in cui è candidato il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, invece, qualcuno ancora prova a invocare l'unità - che al momento appare poco più di un miracolo - e lo fa riponendo le sue speranze sulla forza attrattiva del cosiddetto modello-Milano, che è nato con Giuliano Pisapia ed è stato confermato da Beppe Sala (che anche ieri non ha perso occasione per smarcarsi dai vertice del Pd: «Non penso che sia un problema di passi indietro - ha detto - ma in questo momento conta il bene della sinistra e non dei singoli»). Ed è appunto la sinistra «arancione», quella di Pisapia, che prende l'iniziativa e chiede al resto della sinistra che sta fuori dal Pd, di non presentare un suo candidato governatore, convergendo su Gori, l'uomo scelto dai Democratici. Le ragioni dell'appello sono chiare: la sinistra che chiede unità pensa che andare divisi al voto significhi non avere chances, non giocare neanche la partita. Fra gli arancioni che aderiscono all'appello ci sono i sostenitori storici di Pisapia: l'ex capogruppo e presidente di commissione Mirko Mazzali, attualmente presidente del Consiglio municipale 1 e delegato alle Periferie per Sala, poi il presidente del municipio 8 Simone Zambelli, la consigliera comunale Anita Pirovano, l'ex consigliere Luca Gibillini, Emilio Ballarè e tanti altri, fra cui la consigliera regionale Chiara Cremonesi, pedina importante in chiave elettorale per la presentazione della lista - gli uscenti infatti esonerano i partiti dalla gravosa raccolta delle firme. Sì, perché una lista «di sinistra» al fianco di Gori sarà comunque presentata. Fra i destinatari però, la lettera non sembra destinata a riscuotere grande successo. Lo si capisce dalla reazione di Onorio Rosati, consigliere regionale, coordinatore di Mdp Milano, già segretario della Cgil di Milano e poi fra l'altro presidente regionale del Pd.
«Sono momenti - dichiara Rosati - nei quali c'è un proliferare di appelli nei nostri confronti da parte di chi in questi mesi non ha fatto nulla, anzi, per sostenere la nostra richiesta di fare le primarie per stare in coalizione con il centrosinistra. Mi riferisco a Campo Progressista che sin da subito ha deciso di sostenere direttamente Gori». E proprio Rosati potrebbe essere il candidato governatore di questa sinistra-sinistra.
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