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Al Planetario sbarca l’astroarcheologia

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Le stelle fanno politica? Più di quanto ci sogniamo di immaginare. Tanto che stasera al planetario l’astroarcheologo Adriano Gaspani tiene la terza delle sue sei conferenze. Tema: «Astronomia per governare: l’uso politico dell’astronomia - Osservatori del cielo, druidi, sciamani e re: l’uso dell’astronomia come strumento di governo presso le culture antiche». Il 18 marzo sarà la ventiduesima giornata internazionale dei planetari e visto che quello nei giardini Indro Montanelli, da quando fu donato nel maggio del 1930 da Ulrico Hoepli a Milano, non ha mai perduto la sua nomea di centro più importante d’Italia e di uno dei più attivi del mondo, festeggia anche con un ciclo di incontri su astri e potere.
«La Cina è stata chiamata Celeste Impero - racconta Gaspani - perché secondo l’idea cinese ciò che si manifestava in cielo condizionava quanto accadeva in terra. Uguale per i babilonesi. Ne consegue che chi teneva la scienza e l’arte di osservare l’universo, ovvero l’astrologo e l’astronomo, che un tempo erano la stessa persona, aveva il potere. Un potere tale, che se sbagliava previsione veniva anche messo a morte».
Pratica che forse Adriano Gaspani applicherebbe ancora a qualche millantatore di turno, vista la sua teoria: il cielo è una sorgente di informazioni utili che bisogna saper leggere e sfruttare, ma non ha la benché minima influenza sulla vita e sugli eventi terrestri. «E’ una saggezza che non riesce a scalzare l’antica convinzione, radicata anche a casa nostra, che un pianeta o una costellazione possano avere in sè il destino della nostra esistenza. E in questo consiste la «politica» ancor oggi praticata da sedicenti maghi. Osserviamo un’antica moneta celtica con i simboli astronomici. Sul diritto c’è una testa umana, sul verso: un cavallo che ha tra le zampe un cinghiale. La testa umana rappresenta il magistrato, colui che deteneva il potere giudiziario nella tribù. Il cavallo simboleggia l’aristocrazia guerriera, tenutaria dello scettro politico. Il cinghiale è il druido: il sacerdote degli astri, l’unico che aveva la possibilità di cambiare la moneta».
Insomma se Umberto Bossi, leader del Carroccio ed estimatore di cultura celtica, coniasse la moneta della Padania chi metterebbe al posto del cinghiale? «Non c’è da scherzare - ribatte Gaspani -. Noi abbiamo un anno bisestile fondato sul movimento della luna e voluto da Giulio Cesare, il generale che veniva chiamato non a caso anche Pontefice Massimo. Ci basiamo su un calendario voluto da Gregorio XIII, un Papa che in quanto sacerdote aveva la possibilità di gestire politicamente la conoscenza celeste. Carter, Reagan, Leone, e l’elenco potrebbe continuare, avevano l’astronomo-astrologo di fiducia. Alcuni imprenditori della Brianza hanno aperto aziende seguendo le previsioni del mago Otelma. Newton più che l’ultimo degli scienziati è l’ultimo dei maghi, vista la sua passione per l’alchimia. Inoltre stiamo patendo gli annunci catastrofici del 2012 perché alcuni presunti studiosi dei Maya strumentalizzano il normale avvicendamento degli eventi celesti per terrorizzarci, annunciandoci che tra il 21 e il 22 dicembre arriverà la fine del mondo. Se non è potere questo!».
Perché non avverrà la catostrafe? «Ma non diciamo scemenze. L’allineamento del sole con il centro galattico come evento che distruggerà la terra è una vera bufala. Chi la vende come causa di apocalissi è in malafede e lo fa unicamente per incutere un terrore che sa ancora una volta di potere.

Quando qualcuno di questi astronomi, tra virgolette, viene a dirmelo in qualche conferenza, rispondo: ok, se viene la fine del mondo, intestatemi i vostri patrimoni. Nessuno lo fa, per cui continuo a battermi per mettere in guardia la gente da coloro che sbandierano gli influssi delle stelle come se avessero un’arma in mano. Purtroppo sono ancora tanti».

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